Girifalco. I consiglieri di 'Nuova Era': "Isola ecologica, non c'è sicurezza per gli operatori"

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Girifalco, condizioni a dir poco precarie all'isola ecologica

La struttura comunale è attualmente interessata da lavori di ampliamento che non garantirebbero condizioni di sicurezza quotidiana agli operatori.

  31 marzo 2021 21:16

di MASSIMO PINNA

Lavori all’isola ecologica, ma secondo quanto chiede il gruppo Nuova Era Girifalco, senza le necessarie condizioni di sicurezza per gli operatori ecologici.

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Carolina Scicchitano e Elisabetta Ferraina, consiglieri comunali del gruppo Nuova Era Girifalco, interrogano la giunta Cristofaro, soprattutto il vicesindaco con delega all’ambiente e alla sanità, Alessia Burdino, in merito alle condizioni di sicurezza degli operatori ecologici durante lo svolgimento di attività lavorativa all’interno dell’isola ecologica. Isola ecologica, come noto, interessata da lavori di ampliamento.

E secondo quanto richiesto dal gruppo politico, lavori che non garantirebbero le necessarie condizioni di sicurezza agli operatori ecologici, quotidianamente impegnati nel loro lavoro sia fuori, naturalmente, che nel sito oggetto dell’interrogazione. Con tanto di corredo fotografico per quanto denunciato e richiesto. Scicchitano e Ferraina, in particolare chiedono “se il vicesindaco, vista la grande sensibilità ambientale che in varie occasioni tende a manifestare, oltre a comunicare i progressi ambientali di cui tutti (soprattutto se realmente appassionati di ecosostenibilità) andiamo fieri, è a conoscenza dei contenuti del progetto esecutivo relativo all’ampliamento del centro di raccolta”. Ed inoltre, “se, come assessore all’ambiente e come assessore alla sanità, oltre a pubblicare le foto relative ai lavori che siamo certe si stanno svolgendo nel migliore dei modi, ha mai prestato attenzione alle attività che quotidianamente i nostri operatori svolgono all’interno dell’isola ecologica”.

E non solo. Nuova Era chiede al vicesindaco, “se è a conoscenza che il lavoro di un operatore ecologico, già molto complesso e quasi interamente manuale, si sta svolgendo in una continua situazione di pericolo e precarietà”. Insomma, “se per consentire il consueto servizio di raccolta, le sembra normale, essere costretti ad arrampicarsi sui cassoni pieni con il rischio reale di cadere aumentando in questo modo la probabilità che si verificano gravi infortuni sul lavoro”.

A questo punto, chiedono “se non ritenga opportuno intervenire al fine di evitare di esporre gli operatori a questi pericoli che aumentano soprattutto durante lo scarico del rifiuto organico (umido)”.

“Il “nuovo” centro di raccolta ci si augura sia uno spazio delimitato, recintato, attrezzato, custodito come progetto vuole ma - concludono - soprattutto sicuro per i cittadini e per i lavoratori”.

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