Girifalco, a spiegare i suoi motivi e quella della sua ex maggioranza, essendone stato il capogruppo politico per i primi due anni, il consigliere Filippo Giovanni De Stefani.
“Carissimi concittadini, considerando che in questo periodo emergenziale l’amministrazione in carica avrebbe senza alcun dubbio continuato, come ampiamente dimostrato, in una gestione scomposta della cosa pubblica, le mie dimissioni sono state - commenta necessarie e improcrastinabili al fine di interrompere questo disastro”.
Ed in questo, “si insinuava pesantemente e prepotentemente la questione EOLICO. Va ricordato a tutti che il sindaco, senza un vero mandato politico né da parte della giunta né da parte dell’organo sovrano, che è il Consiglio Comunale, né tantomeno da un mandato esplicito popolare, vista l’importanza dell’argomento, supportato solamente da pareri legali formalizzati da uno stimato professionista (proveniente dalla città capoluogo) e fatti pervenire ai consiglieri comunali notte tempo, ha – denuncia De Stefani - arbitrariamente e autonomamente svenduto a multinazionali il futuro di Girifalco accontentandosi di pochi spiccioli rispetto a quello che la comunità avrebbe veramente meritato. Atto assolutamente sconsiderato soprattutto alla luce della finanziaria 2019 che in definitiva riteneva valide le Convenzioni stipulate prima del 2010 e che regolavano i rapporti tra gli enti pubblici e tali multinazionali”.
Ma non solo. De Stefani, pone l’evidenza sul periodo di emergenza, sottolineando come “certamente se il periodo fosse stato diverso penso che nessun concittadino avrebbe forse urlato vergogna! Anzi, sono sicuro che sarei stato applaudito. Avrei certamente voluto, soprattutto per il grande rispetto che nutro nei confronti della mia comunità, che questa disavventura finisse prima, purtroppo i numeri non lo hanno mai consentito. In cinquantacinque giorni di emergenza mentre altri Sindaci del comprensorio erano impegnati ad alleviare, con spirito di vera abnegazione le sofferenze delle proprie comunità, il nostro, come al solito, era indaffarato a sovraintendere incarichi, badando poco alle difficoltà economiche del proprio territorio. Era troppo impegnato ed affannato a firmare e revocare ordinanze che coinvolgessero nella gestione dell’emergenza persone che probabilmente rappresenteranno candidati di punta della sua, speriamo solo sognata, futura squadra di governo, come se associazioni importanti e radicate sul territorio come Prociv e Proloco non stessero facendo già un ottimo lavoro”.
De Stefani, denuncia pure altro. Se si vuole ancora più grave. “Tutto ciò sarebbe stato fatto passare come un’attenta e capace gestione dell’emergenza mentre di fatto gli atti intrapresi erano propedeutici all’imminente campagna elettorale. Era talmente impegnato ed indaffarato che ha avuto solo il tempo di convocare i consiglieri comunali per chiedere loro il parere su come gestire i buoni spesa, mettendo poi ai voti una sua proposta, cioè quella di devolvere una quota delle risorse ricevute dal Governo alla Caritas che a sua volta avrebbe dovuto consegnare pacchi alimentari”.
Ed in particolare, “la maggioranza dei consiglieri, già in quella seduta, si espresse in maniera contraria motivando che la Caritas usufruiva già di un contributo annuo, mentre in questo momento di necessità, oltre ai tanti bisognosi che avrebbero potuto in ogni caso farne richiesta, sarebbe stato necessario alleviare con forza la sofferenza di una categoria diversa di persone e mai presa in considerazione, caduta in difficoltà a causa del covid-19".
"Ed in vero in quella riunione uno dei consiglieri, non certo vicino al Sindaco, propose di istituire un fondo di almeno centomila euro da stornare dai fondi del parco eolico, per andare incontro alle difficoltà dei commercianti, la proposta - conclude - venne svilita e sottovalutata dalla ex maggioranza e dal sindaco che promise un incontro successivo per discutere di tale fondo, per poi, dopo qualche giorno, proporre scorrettamente un emendamento al bilancio a firma sua e di un esimio numero di consiglieri – denuncia - che facevano propria la ridetta proposta stanziando solo ventimila euro per i commercianti. Ciò significa 300,00 euro a commerciante, UNA MISERIA!!!!”
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