Giro di vite sugli inidonei alla 'Dulbecco': fuori i sanitari "imboscati" negli uffici amministrativi

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  08 aprile 2024 17:33

di GABRIELE RUBINO

Giro di vite sul personale con inidoneità allo svolgimento di attività sanitarie nell'Aou 'Renato Dulbecco' di Catanzaro. Circa un mese fa il direttore amministrativo Antonio Mantella ha firmato una nota in cui si legge: "la Direzione Aziendale ritiene opportuno assicurare un più coerente impiego del personale sanitario nei cui confronti il medico competente ha espresso un giudizio di temporanea inidoneità alle mansioni proprie del profilo di appartenenza, con conseguente impiego del personale medesimo in attività di tipo amministrativo". Sostanzialmente si tratta di quei dipendenti assunti con profili sanitari (dal medico all'infermiere fino all'operatore socio sanitario) e che con una inidoneità temporanea finiscono negli uffici amministrativi. 

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La direttiva impartita prevede che questi dipendenti siano assegnati "con decorrenza immediata, alle rispettive Direzioni Mediche di Presidio" e gli stessi potranno essere impiegati soltanto in reparti sanitari. 

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Diverso il discorso relativo al personale sanitario dichiarato permanentemente inidoneo. In questo caso, scatterà il  mutamento di profilo secondo il contratto collettivo. Fatto avvenuto proprio oggi per un dipendente. 

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Proprio oggi, il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Davide Tavernise ha aggiornato il contatore di quelli che definisce gli 'imboscati' nella sanità calabrese (LEGGI QUI). Alla luce dei dati dell'Asp di Catanzaro (30 sanitari) a livello regionale sono in 99 a essere impiegati in mansioni diverse, mentre sono circa 1200 quelli in possesso di inidoneità` certificata o con prescrizioni limitanti.

La Nuova Calabria (LEGGI QUI) si era occupata tempo fa del fenomeno, dal punto di vista dei medici competenti. Rimane una criticità strutturale (a livello nazionale) ossia del personale inidoneo non si tiene conto (in senso 'compensativo') nel piano delle assunzioni delle relative aziende creando, come se ce ne fosse bisogno, di ulteriori buchi di organico nelle corsie degli ospedali. 

 

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