“Il nuovo presidente della Regione Calabria, dopo le elezioni di domenica prossima, sarà chiamato ad affrontare quella che sta assumendo sempre più i contorni di un dramma sociale che ha come protagonisti i tirocinanti regionali della giustizia. Ho voluto farmi carico delle segnalazioni ricevute da parte di madri, padri di famiglia e giovani laureati che hanno contribuito a portare avanti la macchina della giustizia, sopperendo alle gravi carenze di organico, svolgendo un vero e proprio lavoro mascherato di tirocinio. Dopo una serie di rimpalli e di mancate decisioni in merito alle diverse vertenze in corso, il 31 gennaio prossimo il loro percorso sarà destinato a concludersi drammaticamente e questo si tradurrà in una grave emorragia sociale, oltre che dal punto di vista della continuità dei servizi". E' quanto afferma il consigliere comunale Francesco Gironda.
"La storia dei tirocinanti nasce nel 2016 con la manifestazione di interesse rivolta a soggetti che avevano i requisiti di ex percettori di mobilità in deroga o disoccupati con pregresse esperienze negli uffici giudiziari. Nonostante per il Ministero il loro “lavoro” fosse a costo zero, in quanto coperto dall’utilizzo di fondi europei, il percorso è stato tutt’altro che facile. Sono state portate avanti battaglie – sostenute in modo particolare da Antonino Nasone, segretario generale della Cse Filai – affinchè a tutti i livelli istituzionali potesse essere riconosciuto il diritto ad un contratto a tempo determinato propedeutico alla stabilizzazione di tutti i tirocinanti della giustizia. Un emendamento presentato al decreto sicurezza, che andava in questa direzione, è stato però bocciato dal Parlamento, mentre riguardo al recente bando dei 616 operatori la procedura sarà gestita dai Centri per l’impiego rischiando solo di penalizzare ulteriormente la loro posizione. Eppure il Consiglio regionale nei mesi scorsi aveva anche votato un Ordine del giorno che impegnava il presidente della Giunta e l’assise a sostenere un processo di concertazione con il Ministero della Giustizia volto a garantire la stabilizzazione dei tirocinanti. Ora non si può più aspettare, il futuro presidente della Regione non dovrà girarsi dall’altra parte. E’ necessario che vengano riconosciute le competenze e le professionalità acquisite in questi anni al servizio della pubblica amministrazione trovando una soluzione definitiva a tutela dei lavoratori, così che i tanti fondi pubblici spesi per la formazione non siano stati ingiustamente sprecati”, ha chiosato il consigliere.
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