Si è tenuta oggi, a Lamezia Terme, una grande e partecipata manifestazione regionale nel primo giorno di astensione dalle udienze proclamate da tutte le Camere penali della Calabria.
Si è trattata di un’iniziativa storica, senza precedenti, che ha mobilitato l’intera avvocatura penalista d’Italia a sostegno delle ragioni che hanno indotto gli Avvocati calabresi a denunciare il precario stato di salute del diritto penale liberale e del giusto processo.
Alle numerose delibere di adesione e solidarietà provenienti da ogni parte d’Italia, presente all’iniziativa lo stato maggiore dei penalisti italiani, compreso l’Avv. Gian Domenico Caiazza, Presidente della Giunta dell’UCPI, e i Presidenti delle Camere penali tra le più prestigiose d’Italia, da Torino a Palermo.
Al centro del dibattito tutti i temi contenuti nelle delibere di astensione licenziate dai penalisti calabresi: dall’uso eccessivo della custodia cautelare al primato delle vittime innocenti degli errori giudiziari consumati nei Distretti di Reggio e Catanzaro, dalle corsie preferenziali accordate agli appelli cautelari del P.M. alle numerose imprese sane schiacciate da una prevenzione patrimoniale autoritaria, dall’esecuzione penale non sempre ispirata al senso di umanità a un sistema penale complessivamente sbilanciato sulle esigenze di difesa sociale con conseguente compressione ed erosione degli spazi di libertà personale e patrimoniale del cittadino.
Moderati dall’Avv. Valerio Murgano, Coordinatore Camere penali calabresi e Presidente Camera penale di Catanzaro, sono intervenuti l’Avv. Nicolas Balzano, Componente della Giunta dell’UCPI, l’Avv. Giorgio Varano, Responsabile della Comunicazione dell’UCPI, la Dott.ssa Rita Bernardini, Presidente dell’Associazione “Nessuno tocchi Caino – Spes contra Spem”, l’Avv. Renzo Andricciola, Presidente della Camera penale di Lamezia Terme, l’Avv. Giuseppe Mario Aloi, Presidente della Camera penale di Vibo Valentia, l’Avv. Romualdo Truncè, Presidente della Camera penale di Crotone, l’Avv. Eugenio Minniti, Presidente della Camera penale di Locri, l’Avv. Giuseppe Milicia, Presidente della Camera penale di Palmi, l’Avv. Pasquale Foti, Presidente della Camera penale di Reggio Calabria, l’Avv. Francesco Iacopino, Segretario della Camera penale di Catanzaro.
Nell’affermare l’irrinunciabilità del ruolo di garanzia dell’Avvocato, i penalisti calabresi hanno ribadito il senso profondo della loro iniziativa politica: da un lato, porre al centro del dibattito (non solo interno alla giurisdizione) lo stato di salute precario del diritto penale liberale e del giusto processo, e , dall’altro lato, segnalare l’indifferibilità di uno spazio di dialogo con tutti gli attori della giurisdizione per apportare i necessari rimedi terapeutici alla intossicazione autoritaria del “moderno” diritto penale.
In tale direzione, è stata molto apprezzata la nota di apertura della sezione reggina di Magistratura democratica, nella quale (a differenza di altre “note stonate”) si è affermato che “alimentare la contrapposizione signific(a) non prestare attenzione a quelle istanze volte al superamento dello “stato d’eccezione” verso il quale, negli anni passati, il sistema penale si è indirizzato. In estrema sintesi, significa non comprendere che ci si trova in corrispondenza di uno snodo, in coincidenza del quale la chiusura deve cedere il passo all’ascolto, il contrasto al confronto, franco e leale”.
Una mano tesa al dialogo, apprezzata dai penalisti, i quali, per il tramite dell’Avv. Gian Domenico Caiazza hanno evidenziato che “la reazione di Magistratura Democratica di Reggio Calabria è una dichiarazione che apre al dialogo … noi cerchiamo il dialogo con la Magistratura giudicante […]. La situazione di debolezza del difensore è la situazione di debolezza del Giudice. Noi siamo legati allo stesso destino. […] Occorre dire con chiarezza che l’Avvocatura reagisce, protesta e combatte perché vuole, innanzitutto, un giudice terzo. Noi vogliamo un Giudice indipendente […].
Molto emozionante l’intervento dell’Avv. Nicolas Balzano, decano dei penalisti, il quale ha tra l’atro evidenziato ai colleghi calabresi che “tutti i penalisti d’Italia guardano a Voi con orgoglio”.
In conclusione, i penalisti calabresi hanno ribadito che “l’Avvocatura non può e non vuole abdicare al ruolo di promotore delle istanze di giustizia e di garante dei diritti di libertà che provengono dalla collettività, nella consapevolezza che il diritto penale della Costituzione prevede il rispetto della persona che entra nel processo, l’attenzione per il principio di ragionevolezza, la garanzia della prevedibilità delle conseguenze giuridiche del proprio operato, la disintossicazione dell’ordinamento dall’eccesso di sanzioni”.
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