“Il progetto ‘Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere’ è ormai divenuto in ambito nazionale un faro di civiltà ed esempio per altre iniziative nel campo della promozione dei valori dell’impegno civico. Siamo pronti, dando seguito al Protocollo d’intesa firmato nel 2021 tra il Consiglio e Biesse, ad approvare una legge che miri a consolidare la promozione ed il sostegno economico della Regione alle iniziative socio-culturali del progetto promosso in ambito nazionale dall’Associazione culturale no profit presieduta da Bruna Siviglia”.
L’ha detto il presidente dell’Assemblea regionale Filippo Mancuso, intervenendo all’iniziativa “Progetto Giustizia e Umanità - Liberi di Scegliere”, organizzata a Reggio da Biesse con il patrocinio di Palazzo Campanella e alla quale hanno partecipato, fra gli altri, il procuratore capo della Procura di Reggio Giovanni Bombardieri e il presidente del Tribunale per i minorenni di Catania Roberto Di Bella.
Le basi del progetto traggono origini dall’esperienza personale e diretta del giudice Roberto Di Bella negli anni in cui ha prestato servizio presso i Tribunali per i minori della Penisola, e in particolare a Reggio Calabria.
“Condividiamo - aggiunge Mancuso - l’attivazione di un percorso educativo che coinvolga le scuole di ogni ordine e grado e che abbia la finalità di contribuire alla formazione di una cultura della legalità e dell’etica pubblica, attraverso la promozione e divulgazione del libro Liberi di Scegliere”.
Il sostegno del Consiglio regionale (una volta approvata la legge) consiste nel finanziamento del premio culturale, pari a cinque borse di studio, intitolate a vittime delle mafie, dell’importo di 2 mila euro ciascuna, da assegnare a studenti o classi di istituti scolastici di ogni ordine e grado a seguito di partecipazione al concorso bandito annualmente.
Sottolinea il presidente Mancuso: “Per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, occorre senz’altro l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine, a cui non finiremo mai d’essere grati per il coraggioso lavoro che fanno, ma occorre anche una reazione corale della società civile a favore della legalità. E un’attenzione, altrettanto efficace, verso i minorenni che hanno commesso dei reati e a cui dobbiamo essere in grado di garantire la possibilità del recupero sociale, così come chiede la Costituzione”.
Infine: “Sul presupposto che l’educazione dei giovani alla legalità e l’importanza cruciale di parlare ai giovani di giustizia e valori contro le barriere del silenzio e della paura, il Consiglio apprezza il programma “Liberi di scegliere” ideato dal giudice Roberto di Bella. È un progetto che dà la possibilità a tanti figli di ‘ndrangheta di ricostruirsi una vita, aiutando questi giovani e giovanissimi - figli o parenti di mafiosi spesso sostenuti da tante madri - a scegliere liberamente fra la legalità e un destino di mafia, tra legalità e un destino di carcere o morte. Nel potenziamento della rete di sostegno sociale, necessaria per dare aiuto logistico, occupazionale e relazionale ai minori, donne o interi nuclei familiari che intendono dissociarsi dalle logiche criminali e dalle loro famiglie, ogni istituzione pubblica deve sentirsi direttamente coinvolta”.
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