GIUSTIZIA. Giuseppe Borrelli è il nuovo capo della Procura della Repubblica di Salerno. Sarà competente sui reati commessi dai magistrati di Catanzaro

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Giuseppe Borrelli
  22 gennaio 2020 20:49

di STEFANIA PAPALEO

Giuseppe Borrelli è il nuovo procuratore capo di Salerno. Il plenum del Consiglio superiore della magistratura lo ha nominato con 19 voti a favore e 5 astensioni.

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Borrelli, attualmente procuratore aggiunto di Napoli, è stato procuratore aggiunto a Catanzaro, lasciando il segno positivo alla guida di inchieste dirompenti antimafia, con rilevanti risultati soprattutto nel territorio di Lamezia Terme e Vibo Valentia. In prima linea contro 'ndrangheta e colletti bianchi, Borrelli ha lasciato il distretto calabrese nel 2014, anno in cui fu nominato procuratore aggiunto a Napoli.

Con la di nomina, Borrelli si ritroverà di nuovo legato alla Calabria, in quanto la Procura della Repubblica di Salerno è competente sulle ipotesi di reato che riguardano proprio i magistrati in servizio nel distretto giudiziario di Catanzaro, che include pure le province di Cosenza, Vibo Valentia e Crotone

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E sulla sua scrivania sono già pronti ad approdare i delicati fascicoli aperti recentemente a carico di suoi ex colleghi. Ultimo, in ordine di tempo, quello che ha portato all'arresto di Marco Petrini, presidente di sezione della Corte d'appello di Catanzaro nonchè presidente della Commissione provinciale tributaria di Catanzaro, per una presunta brutta storia di sesso e mazzette consumata tra le mura degli stessi uffici giudiziari (LEGGI QUI). Per non parlare delle indagini della Procura di Salerno a carico del procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Vincenzo Luberto (LEGGI QUI), per i suoi rapporti "pericolosi" con il politico Ferdinando Aiello, e del procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla (LEGGI QUI), accusato di corruzione, entrambi già trasferiti dal Csm a Potenza.

La nomina di Borrelli a Salerno, dunque, potrebbe togliere il sonno a molti, in considerazione della profonda conoscenza da parte del neo procuratore del difficile territorio calabrese, più volte tristemente finito alla ribalta nazionale per rapporti ambigui tra magistrati, avvocati e imprenditori in odor di 'ndrangheta.

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