Gli effetti collaterali del Covid. Al Policlinico di Catanzaro ricoveri ed esami calati del 20%

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Il Policlinico di Catanzaro
  16 febbraio 2021 16:58

di GABRIELE RUBINO

Il Covid ha stravolto la quotidianità sociale, economica e sanitaria. La lotta alla pandemia nelle strutture pubbliche ha portato al sacrificio dell’assistenza ‘ordinaria’. La concentrazione di spazi, risorse e personale per sconfiggere il virus ha provocato l’inevitabile contrazione del livello delle altre attività. Cominciano ad emergere i primi numeri di questo fenomeno. Nel 2020, quindi nel corso della prima ondata e in parte della seconda, al Policlinico di Catanzaro c’è stata una severa diminuzione dei ricoveri e delle prestazioni specialistiche a causa del Covid. È quanto emerge dal Piano della Performance 2021-23 dell’Aou Mater Domini.

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I NUMERI DEL CALO DEI RICOVERI E DELLA SPECIALISTICA- L’anno scorso i ricoveri sono globalmente calati del 25%. Nello stesso periodo del 2019 erano stati 11987, un anno dopo 8965. Di questi, 6009 ricoveri ordinari (-21%), solo 2229 ricoveri in Day Hospital (-34%, erano stati 3377 nel 2019) e 727 ricoveri in Day Surgery (-31%). Tartassata anche le prestazioni specialistiche, che si sono contratte del 19%, con 125.392 esami e visite in meno. Complessivamente l’attività sanitaria all’Aou Mater Domini ha subito un calo del 19%.

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LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE- Meno pazienti ricoverati e meno esami che ovviamente si traducono in una riduzione della produzione. Ad ogni ricovero viene associato un Drg con cui si calcola appunto il valore di quella prestazione. Se nel 2019 al Policlinico l’insieme dell’assistenza valeva 71,7 milioni di euro un anno dopo la cifra è scesa a 62,8 milioni, quasi 9 milioni di euro in meno.

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L'ATTIVITA' COVID- Chiaramente va considerato che affianco a tutto questo, il Policlinico ha comunque dato il suo contributo nella lotta alla pandemia in Calabria con l’attivazione dei posti letto in Terapia Intensiva (l’unica in Calabria con l’Ecmo) e quelli del reparto Covid di area medica. Nella prima fase ampliati per accogliere gli ospiti della Rsa di Chiaravalle centrale e poi ‘congelati’ nel periodo estivo, quando erano rimasti comunque operativi i posti in Rianimazione. Con l’arrivo della seconda ondata, fra settembre e ottobre, l’assetto da guerra è stato ripristinato.

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