Gli esami di avvocato slittano di un altro anno. L'odissea di Sara Corba, praticante a tempo indeterminato

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Magistrati

La sessione di dicembre slitta ad aprile 2021: dopo il Dpcm che ha provvisoriamente diviso l'Italia in tre e stabilito lo stop a tutti i concorsi ad eccezione di quelli per la professioni sanitarie, è arrivata una comunicazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede

  08 novembre 2020 17:39

di TERESA ALOI

Tra esami 2019 in ritardo  - la sessione dello scorso anno ha subìto l’impatto della pandemia per via del lockdown, arrivato nella fase di correzione degli scritti - e la sessione 2020 sempre più in bilico, un giovane laureato che ha concluso i 12 mesi di tirocinio dopo la laurea, potrebbe metterci anni prima di conquistare l’abilitazione. Quest'anno il cammino per diventare avvocati è un percorso a ostacoli. Un problema di rilevanza nazionale, in particolare anche a Catanzaro di cui gli iscritti sono sempre tanti.

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Gli esami scritti per l'abilitazione forense previsti per il 15, 16 e 17 dicembre sono stati infatti stoppati causa Covid. Non c'è ancora una data, ma l’ipotesi più ragionevole è che lo svolgimento delle prove si svolga ad aprile 2021. Ad annunciarlo, dopo il Dpcm che ha provvisoriamente diviso l'Italia in tre e stabilito lo stop a tutti i concorsi ad eccezione di quelli per la professioni sanitarie, è arrivata una comunicazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

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"Le prove scritte degli esami d’avvocato, il cui svolgimento era previsto nelle giornate del 15, 16 e 17 dicembre 2020, vengono rinviate a causa del peggioramento della situazione epidemiologica nel Paese. La scelta si è resa necessaria per l’esigenza di limitare quanto più possibile le occasioni di propagazione del virus".

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Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha spiegato che la decisione ha richiesto “il tempo necessario per vagliare e confrontare tutte le possibili soluzioni che permettessero di evitare lo slittamento: tuttavia, di fronte all’evoluzione del quadro epidemiologico, il rinvio rappresenta purtroppo una scelta obbligata supportata anche dal Ministero della Salute”.

Il rinvio degli scritti dell’esame d’avvocato si pone in linea con il contenuto del nuovo DPCM, che ha validità da domani – venerdì 6 novembre – fino al 3 dicembre, che ha disposto la sospensione delle procedure concorsuali pubbliche e degli esami di abilitazione alle professioni.

Il Guardasigilli ha anche aggiunto che per cercare di “ridurre i tempi della procedura, il Ministero, confrontandosi con gli altri interlocutori coinvolti, sta già lavorando a tutte le soluzioni organizzative che possano consentire di accelerare la correzione delle prove scritte e diminuire quanto più possibile gli effetti di questo rinvio”.

E intanto l'AIPAVV (Associazione Italiana Praticanti Avvocati) richiede che venga tutelata la parità di trattamento con le altre professioni, garantendo che l'esame possa svolgersi attraverso un orale abilitante.

LA TESTIMONIANZA

Perché come Sara Corba sono in tanti a sentirsi in un limbo. Lei è una giovane  praticante avvocato abilitata al patrocinio ormai dal 2017  "dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza a 25 anni e aver svolto, in seguito, con enormi sacrifici il periodo di praticantato e da sempre con l'ambizione, il sogno e la passione di esercitare la professione d'avvocato".

"Sono in un limbo professionale perchè l'accesso all'abilitazione risulta estremamente gravoso, in quanto con il sistema attuale non vengono garantiti principi di trasparenza e meritocrazia. Mentre per tutte le altre professioni ordinistiche sono state previste modalità di abilitazione con orale telematico da remoto, eliminando la prova scritta (ad esempio per commercialisti, architetti, ingegneri), per quello d'avvocato - scrive -  resiste ancora la vecchia modalità in antitesi con le normative anticovid che vietano assembramenti. La sessione prevista per dicembre è stata rinviata a data da destinarsi, con grave danno per quei giovani praticanti che vogliono entrare nel mercato del lavoro". 

 

 

 

 

 

 

  

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