“Siamo convinti che la Regione Calabria non attuerà alcuna discriminazione tra i 209 lavoratori precari della legge 12, che sono inseriti in un apposito elenco, e coloro i quali, pur non trovandosi in tale lista, hanno acquisito almeno gli stessi diritti degli altri”, lo affermano gli ex lavoratori degli enti sub regionali quali Field, Calabria Etica e Fondazione dei Calabresi nel Mondo.
“Accanto ai predetti 209 lavoratori, esistono alcuni ex dipendenti delle partecipate – aggiungono – che hanno maturato ben più dei due anni di attività lavorativa richiesti per essere inseriti nell’elenco dei precari ed entrare a pieno titolo nella legge 12, altri che addirittura hanno prestato il loro servizio negli enti in house per quattro o cinque anni e altri lavoratori ancora che, oltre a possedere i requisiti richiesti, hanno ottenuto una pronuncia favorevole del giudice del lavoro del Tribunale di Catanzaro il quale ha accertato l’esistenza di un contratto di lavoro subordinato, a tempo pieno e indeterminato”.
“Insomma, la situazione esposta - concludono - impone un’assunzione di responsabilità da parte dell’esecutivo regionale che, siamo sicuri, avrà un atteggiamento uniforme e omogeneo nella gestione del precariato: non figli e figliastri, ma una politica orientata al bene comune e al riconoscimento legittimo delle aspettative e dei diritti di tutti”.
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