di FRANCESCO FABIANI
La legge numero 4 del 2018, è stato l’argomento scelto dalla sezione di Catanzaro dell’Ande (l’Associazione nazionale donne elettrici) per il convegno dal titolo “Gli orfani di Femminicidio”, organizzato in collaborazione con l’Ordine distrettuale degli avvocati di Catanzaro.
All’incontro, ospitato nella sala congressi del Consorzio di Bonifica Ionio catanzarese hanno partecipato, moderati da Maria Francesca Cosco, gli avvocati Maria Teresa Laurito, Maria Rosaria Celeste e Giusi Possidente e la presidente della commissione Pari opportunità della Provincia di Catanzaro, Donatella Soluri. L’introduzione ai lavori è stata affidata alla past presidente dell’Ande di Catanzaro, Carmen Audino.
Ha relazionato l’avvocato penalista Giancarlo Pittelli. In apertura i saluti della presidente dell’Ande, Marisa Faga, e della consigliera e coordinatrice della commissione Famiglia dell’ordine degli Avvocati di Catanzaro, Vincenza Matacera. (nella foto: Maria Rosaria Celeste, Maria Francesca Cosco, Marisa Fagà, Giancarlo Pittelli, Carmen Audino, Maria Teresa Laurito e Vincenza Matacera)
Nei saluti iniziali della presidente Ande, Marisa Fagà, è stato detto come sei bambini ospiti del Centro antiviolenza “Mondo rosa” e che rientrano nella figura degli orfani vittime di crimini domestici, hanno ricevuto, dal titolare dell’impianto sportivo del quartiere Lido in località Giovino, di poter usufruire della struttura in maniera totalmente gratuita. «Il nostro ringraziamento – ha detto Marisa Fagà – va al signor Domenico Gallo che con un atto di grande generosità, ha contribuito a restituire un po’ di normalità quotidiana a questi bambini».
La legge 4 – è stato detto - oltre a rappresentare un atto di civiltà, una forma di “risarcimento” riconosciuto dallo Stato per la perdita affettiva e le violenze a cui sono stati costretti ad assistere questi bambini e ragazzi, anche per evitare che vengano abbandonati a loro stessi, è una misura essenziale per un lavoro di prevenzione che in Italia ancora viene portato avanti a singhiozzo.
Valutazioni negative sono arrivate, invece, dalla relazione dell’avvocato Giancarlo Pittelli. «Il problema su questo tema – ha spiegato il penalista - ritengo sia dell’apparato statale, se a valle della normativa riesce ad individuare percorsi, meccanismi e professionalità per affrontare problemi di questo tipo di welfare. La legge è una legge demagogica che si inserisce nel populismo penale, fatta e varata solo per dare sfogo al sentimento popolare. Una legge che va verso il consenso elettorale e null’altro. Sarebbe bastato semplicemente inserire gli orfani di femminicidio come vittime nel quadro delle leggi generali che ci sono per tutti i reati. Tra le criticità che si individuano della legge la sua inattuabilità per la mancanza di strutture di base».
Nel corso dell’incontro sono state ascoltate le testimonianze della presidente del Centro solidarietà, Isolina Mantelli, della presidente del Centro antiviolenza attivamente coinvolte, Stefania Figliuzzi, della presidente del Centro antiviolenza Astarde e della responsabile del Centro Aiuto Donna di Città solidale, Monica Riccio.
Al termine del convegno, le conclusioni del presidente del Tribunale per i minori di Catanzaro, Teresa Chiodo che ha osservato come «questi omicidi, che si realizzano al culmine di una conflittualità e di una serie di problematiche familiari connotate da una grande aggressività e violenza, finiscono per coinvolgere in maniera importante il percorso evolutivo dei minori. C’è dunque il problema e l’esigenza di ricostruire una personalità, un’empatia, un’affettività che, inevitabilmente, hanno perso».
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