di GIOVANNI MERLO
Hanno riscosso successo ed entusiasmo i Mondiali antirazzisti di Riace. Una festa dello sport amatoriale ideata oltre 10 anni fa da Uisp (Unione italiana sport per tutti) e che per la prima volta quest’anno è stata organizzata in versione diffusa: non più in una sola zona ma in tante città d’Italia, da Riace a Brescia. Torneo di calcio a 7, dimostrazioni di basket, rugby, steady boxing, karate tante le discipline unite, all’insegna dello sport come pratica democratica e coinvolgente, che educa al rispetto di se stessi e degli avversari che sono tali e non dei nemici.
Due giorni densi di appuntamenti, culminati con le finali di ieri a cui hanno preso parte tante squadre dilettanti provenienti soprattutto da molte regioni del Sud: Catanzaro Social Team, Scampia Antirazzista, Spartak Lecce, Cosenza Mmishkata, Villa San Giovanni Meticcia, tanto per citarne alcune. Ma anche tanti sportivi provenienti da mezza Europa hanno colorato per due giorni la spiaggia e il borgo di Riace.
Sessanta squadre, tra donne e uomini, si sono sfidati sotto un sole cocente nel nome della multiculturalità secondo uno schema che non ha previsto arbitri ma solo autoregolamentazione. “In campo si esce dai ruoli sociali - hanno sottolineato gli organizzatori -, in campo si è tutti alla pari e ci si rispetta: questi mondiali sono una metafora della società che vorremmo”.
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