di PAOLO CRISTOFARO
"Migliaia di calabresi onesti sono con me. Chi detiene il potere non vuole essere controllato". Queste le parole del Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che questa sera ha aperto la trasmissione "Di martedì", su La7, condotta da Giovanni Floris. Gratteri è stato intervistato sul garantismo, sulla sua recente operazione "Rinascita-Scott", sul funzionamento della magistratura e sull'influenza della mafia nella politica.
"Anche in magistratura ci sono mele marce. Queste mele marce sono le stesse che tentano di ostacolarci", ha aggiunto il Procuratore. "Il suo lavoro non mi pare abbia ricevuto chissà quali elogi neppure in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario a Catanzaro", ha rimarcato Floris. "Vuol dire che stiamo lavorando bene", la risposta.
"Arrestare oltre 300 persone in una sola volta, non rischia di rappresentare una retata sommaria più che un'individuazione di specifici reati accertati?", ha chiesto Floris. "L'operazione che abbiamo condotto non è stata improvvisata dalla sera alla mattina. Le indagini sono partite nel maggio 2016, ci sono stati 3 anni di lavoro attento", ha replicato il Procuratore. "Nessuno si alza la mattina con l'intenzione di arrestare un sindaco o persone che non c'entrano nulla", ha aggiunto stimolato anche sul tema dei politici indagati. "Negli ultimi tempi abbiamo alzato il tiro nelle indagini. Il fatto è che spesso chi detiene il potere non vuole essere controllato".
"Un magistrato potrebbe mirare a queste maxi retate per finire sui giornali, avere successo e poi tentare la via della politica, per esempio, come nel caso di De Magistris, di Di Pietro e altri, non crede?", gli è stato chiesto dai giornalisti. "Questi casi sono esempio di un sistema sempre uguale?", ha replicato l'intervistato. "A me era stato proposto di diventare Ministro della Giustizia, per il governo Renzi. Mi fu proposto da Delrio, con la promessa di avere carta bianca, ma il mio nome fece discutere e con rammarico lo stesso Derlio mi comunicò che non se ne sarebbe più fatto nulla. Qualcuno mi dice ancora oggi che dovrei accendere ogni giorno delle candele a Giorgio Napolitano, per non aver appoggiato la mia nomina", ha concluso Gratteri.
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