di TERESA ALOI
Non fa mistero di essere un super fan di Nicola Gratteri.
Fedez, al secolo Federico Lucia, lo ammette "presentando" il procuratore capo di Catanzaro a "Muschio selvaggio" il podcast dedicato a temi di cultura e società condotto con Luis Sal.
Gratteri magistrato, ma anche Gratteri uomo, "esperto agricoltore infiltrato in magistratura". Un mestiere imparato da bambino. Ma non è stato il solo. Ha fatto il muratore "portando sacchi da 50 chili", il carrozziere, il meccanico, il panettiere di notte e a 6 anni andava dal calzolaio quando le scarpe si facevano a mano.
Gratteri l'uomo, che fa agricoltura biologica, che coltiva gli ulivi, i bergamotti, gli ortaggi. Gratteri l'uomo, che "ama sporcarsi le mani di terra perché io la domenica in campagna faccio terapia".
E poi c'è Gratteri il magistrato, che racconta la storia del boss della ‘ndrangheta Roberto Pannunzi, narcotrafficante di origini calabresi che viveva in Sud America, capace di esportare in Europa da 3 a 5 mila chili di cocaina. Lui, evaso tre volte. Lui che si "inventava malattie di cuore, ma fidanzato con una 22enne. Viveva in Venezuela al confine con la Colombia e, quando una delle tante volte che lo abbiamo catturato offrì 5 milioni di euro per la sua "liberazione", non funzionò"
Boss intelligente, lo definisce Gratteri, "ma solo il 2 per cento degli 'ndranghetisti sono ricchi, gli altri sono stupidi, stolti e pensano di fare la scalata facendosi battezzare, ma saranno sempre garzoni. Le mafie nascono nel regime borboniche ancora prima dell'Unità d'Italia". spiega Gratteri. che distingue tra briganti e 'Ndrangheta.
"La Calabria ha la più alta densità di massoneria in Italia", la riflessione del procuratore Gratteri rispondendo a una domanda di Fedez.
"Da sempre la 'Ndrangheta ha cercato accordi con uomini delle istituzioni, delle forze dell'ordine, con la politica, con il mondo delle professioni. Le mafie mangiano e vestono come noi, lo ‘ndranghetista non è il cafone che arriva con il macchinone davanti al bar: noi abbiamo capi mafia che sembrano lord inglesi perché il loro obiettivo è la buona condotta che li porta fuori dal carcere”.
Alla domanda di Fedez "cosa ricordi di Buccinasco, suo paese natio", Gratteri spiega: “Conosco molto bene, ho avuto molti clienti, è la città preferita dalla ‘Ndrangheta”.
“Da piccolo – gli fa eco Fedez - la ‘Ndrangheta si respirava: a scuola un giorno doveva arrivare un bambino. Parlava in dialetto calabrese, tutti noi sapevamo, non so come, che non doveva essere toccato”.
Parla di coerenza, il procuratore Gratteri. Lo fa tutti i giorni con i suoi collaboratori. “Dico ai miei ragazzi – sottolinea - quando andate a mangiare una pizza voi non sapete chi sono loro, ma loro sanno chi siete e quale credibilità avete la mattina dopo se non vi siete comportati bene?”.
Poi il ricordo della strage di Duisburg, strage scaturita da uno scherzo di Carnevale, che fa capire che la ‘Ndrangheta non è una cosa solo calabrese. “E si uccide nei giorni di festa perché non si possa dimenticare”.
La ‘Ndrangheta che sta al passo con i tempi, che muta. Che cambia pelle. Dai sequestri di persona al traffico di droga. Soldi, tanti, “reinvestiti” .Loro, primi in Europa nel traffico di droga “per fissare il prezzo”.
E sulla glorificazione dei personaggi mafiosi attraverso le serie, per Gratteri è sempre più importante parlare con i ragazzi
“Non è possibile che in un’ora di film ci sia solo violenza e non si trovi 5 minuti per introdurre una figura, siano forze dell’ordine, un prete, un magistrato, un insegnante, per dire che c’è l’alternativa. Perché se poi dopo la proiezione del film all’uscita di scuola io vedo un ragazzino che si veste e si taglia i capelli allo stesso modo del killer, allora ho fallito. Dobbiamo prenderci cura dei ragazzi perché assorbono come le spugne – spiega ancora il procuratore – e allora attenzione quando parliamo con loro”.
Poi, la distinzione tra scorta di primo, secondo, terzo e quarto livello e tutela. E lui, Nicola Gratteri, ha livello uno – in Italia ci sono 2, 3 primi livelli.
“Lo auguro ai miei nemici per una settimana”, confida. Perché non è un gioco quando ci sono "3 segnalazioni al mese di pianificazioni di attacchi”.
Tutto nasce nel 1989. “Ero fidanzato con la mia attuale moglie - ricorda Gratteri - Facevo indagini importanti e sparano a casa della mia fidanzata. Poi la telefonata a casa in cui le dicono di non sposarmi perché avrebbe sposato un uomo morto. Da allora è stato sempre più un crescendo”.
Più di un migliaio di arresti, ma nessuna soddisfazione. “Nessuna emozione, nè piacere nè dispiacere, altrimenti perdi di lucidità”.
A Catanzaro Nicola Gratteri è dal 2016. “Abbiamo fatto tantissime cose, tante indagini, centinaia e centinaia di arresti, di processi, ma la cosa più importante è aver ridato fiducia alla gente. Una volta a settimana io faccio ricevimento come se il mio ufficio fosse un consultorio, la gente viene a raccontarmi i suoi drammi – soprusi, atteggiamenti di sottomissione ad esempio, e io, a secondo del dramma, cerco di indirizzarlo presso le forze dell’ordine o verso i Centri medici. Su 40 persone 2, 3 sono pazzi, ma pazzi veri. E allora cerco di mettermi in contatto con la famiglia per farli curare”.
Un accenno alla nuova procura, inaugurata qualche giorno fa nel convento del ‘400 che un tempo ospitava l’ospedale militare, e all’aula bunker con 1000 posti a sedere a Lamezia Terme.
Poi il ricordo di Matteo Renzi e del suo “papabile” ruolo di ministro “sfumato”. “Napolitano non si fidò”. “Per far funzionare la giustizia - spiega il procuratore - si possono fare tante cose: tutto, tranne quello che ha fatto la riforma Cartabia.
Per il procuratore è necessario investire nell’istruzione perché la scuola diventi più competitiva, “tutti i ragazzi devono poter usufruire della scuola di pomeriggio. I ragazzi devono stare a scuola il più tempo possibile per appassionarsi al cinema, alla musica”. Per istruirsi. .
Perché ne venga fuori “un popolo che pensi”. Perché non si perda la cultura del bello, quel made in Italy esportato orgogliosamente in tutto il mondo.
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