Green pass. Il ministero dell'Interno: il controllo sui documenti d'identità non tocca ai ristoratori (LA CIRCOLARE)
10 agosto 2021 21:45Il controllo dei documenti d'identità dopo la verifica del green pass tocca ai pubblici ufficiali, al personale addetto ai controlli nelle attività di spettacolo e di intrattenimento ma non ai titolari di ristoranti, bar e strutture ricettive. Dopo alcuni giorni di incertezze, arriva il chiarimento del ministero dell'Interno. Dal Viminale è arrivata infatti la circolare a firma del capo di gabinetto, Bruno Frattasi, che spiega le modalità operative delle verifiche sui green pass.
Nel documento viene spiegato come il Dpcm n. 52 del 17 giugno, che appunto disciplina i controlli sulle certificazioni verdi, si debbano distinguere due momenti. Quello della verifica del possesso e della validità del green pass per accedere ai servizi per cui è richiesto già a partire dal 6 agosto con il decreto del 23 luglio. Un obbligo che spetta anche a ristoratori e titolari di locali con sedute al chiuso. Invece, l'obbligo di richiedere il documento di identità non grava su questi ultimi perché, nel Dpcm, è prevista la locuzione "a richiesta dei verificatori", che per il Viminale possono essere appunto solo le forze dell'ordine oppure anche personale addetto ai controlli sugli eventi (si citano espressamente gli steward), che comunque fanno parte di un elenco tenuto dai Questori.
La verifica sul documento di riconoscimento, si spiega ancora nella circolare, serve a garantire il rispetto del "legittimo possesso della certificazione verde" "Tale verifica si renderà comunque necessaria (anche nel caso di ristoranti e strutture ricettive, ndr) nei casi di abuso o di elusione delle norme, come, ad esempio, quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione". In questi casi 'l'avventore" è tenuto a mostrare i documenti anche al pubblico ufficiale.