“E’ desolante dover constatare, ancora una volta, quella che riteniamo un’assoluta, totale mancanza di rispetto che il ministro dell’Interno Lamorgese riserva alle rappresentanze sindacali, e quindi a donne e uomini della Polizia di Stato, anche di fronte a questioni che sono tutte politiche e che vengono, così, bellamente scaricate sulle spalle delle amministrazioni e dei Sindacati, messi di fronte a prese di posizione a volte totalmente svincolate dalla realtà. Anche di fronte a questioni urgenti, che stanno mettendo sottosopra l’intero Paese, come i problemi legati al green pass. Oggi si è tenuta in proposito una riunione con i vertici del Dipartimento e noi avevamo chiesto con urgenza, fin dal 24 settembre, che la Ministra fosse presente, per corrispondere a questioni politiche oltre che tecnico operative fondamentali, ma niente. Lei non ci ha degnati della sua presenza, neppure prevista e poi negata e neppure ci ha fatto pervenire alcuna risposta. L’incontro, peraltro, si è interrotto con un nulla di fatto perché ancora non ci sono neppure le linee guida necessarie per affrontare la situazione da quando, giorno 15, entrerà in vigore il provvedimento che obbliga ad avere il green pass per andare a lavoro. Non si è pronti, emergono più dubbi che certezze, e il sistema sicurezza è troppo complesso perché si possa improvvisare in tema di turni, servizi, di presenze, di migliaia di ore di lavoro straordinario emergente ecc. Stando così le cose, non è difficile prevedere il caos”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia, nel giorno in cui la riunione con i vertici del Dipartimento di Ps in tema di green pass obbligatorio è stata interrotta a causa della mancanza delle linee guida in materia.
“Senza voler entrare nel merito della questione – aggiunge Mazzetti -, non possiamo non registrare come, in mancanza di obbligatorietà, la scelta sul tema è lasciata alla volontà dei singoli, ma è evidente che oggi per la nostra Amministrazione mettere in pratica la decisione politica sul green pass è pressoché improbabile. Basti pensare solo che la nostra organizzazione del lavoro, talmente variegato e complesso, con migliaia di ore di servizio straordinario emergente ed obbligatorio giornaliero non si può conciliare con i tempi stringenti della validità del green pass. Nel lavoro di un poliziotto spesso si sa quando si inizia e non si sa quando si finisce, e un servizio può protrarsi per sei, dieci, diciotto ore consecutive, e se nel frattempo scade il green pass che si fa? E se un poliziotto, pur adottando la massima diligenza, trovasse le farmacie intasate e non riuscisse a fare il tampone o ad avere i risultati in tempo utile che si fa? Sono solo semplici ma ovvi esempi di come tutta questa cosa, oggi, non può funzionare. E’ necessario attivare convenzioni e autonomizzare l’amministrazione; è necessario garantire un green pass a condizioni semplici e agevolate finalizzato al solo lavoro. Nel rispetto di tutti, compresa la stragrande maggioranza dei poliziotti che si è sottoposto a vaccino e che oggi non può e non deve essere chiamata a sopperire ad eventuali probabili disfunzioni organizzative e politiche; sono necessarie tante cose, a cominciare dal rinvio dell’entrata in vigore del relativo decreto legge, perché il sistema sicurezza, in assenza di certezze, non è pronto. E con la sicurezza non si scherza”.
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