di GIANPIERO TAVERNITI
Un” gregge “alla corte degli INFLUENCER? Influenzare dalla lingua italiana, vuol dire condizionare nel comportamento o nell'atteggiamento, influenzare qualcuno in una decisione; lasciarsi o farsi influenzare oppure subire passivamente l'influenza altrui o di particolari circostanze. Chiaramente, senza ombra di dubbio alcuno, potrebbe considerarsi come una debolezza comportamentale, caratteriale dell’individuo che subisce tale azione psicologica. Sorge una riflessione che pone a focalizzare la società in cui viviamo e viste le tante difficoltà che la stessa ci offre, ci potrebbero nuocere.
Fin dai tempi della scuola, quando la stessa era un riferimento, un rafforzamento che in sinergia con il proprio nucleo familiare, formava, forgiava l’individuo, erano sempre chiari gli insegnamenti genitoriali e le direttive socio pedagogiche dell’insegnante, nella direzione che ci venivano “inculcate”, ossia quelle di non farci influenzare mai e di ragionare e decidere con la propria ragione, intelligenza e coscienza, al solo fine di essere sempre se stessi, nelle varie decisioni, nel bene e nel male che la vita poteva riservare ad ognuno di noi.
Oggi, purtroppo, lunge da noi, additare o colpevolizzare chi dall’influenzare, crea reddito a se stesso, in riferimento ai grandi influencer moderni, una domanda è onesto porsela, ossia; l’individuo in tempi di “overdose” di social e di internet straripante, è normale che le decisioni o le scelte di ognuno di noi, debbano essere spinte dall’influenza di diversi di queste figure che oggi spadroneggiano e colpiscono l’originalità di ognuno di noi? A volte, serve sensibilizzare verso nobili cause, serve dare messaggi positivi alle comunità nel quotidiano, ma serve non essere snaturati nelle nostre scelte , gusti, stile ecc ecc?
Queste ondate di influencer, possono essere anche intese come soggetti che pubblicizzano a modo loro dei prodotti, che dopo averli testati possono consigliarli pubblicamente, giusto farlo, siamo in libertà di poterlo fare, con il giusto avallo delle aziende che spesso li contattano, per i loro numerosi follower(seguaci di rete) che gli stessi hanno, ma la riflessione si sposta sull’influenza che si può portare alle persone nelle scelte, nell’essere se stessi , nè bella copia e né la brutta copia di altri, cercando la propria originalità umana, quel distintivo che mette la persona a non uniformarsi per forza ad altri modi di essere, parlare o comportarsi. Questa considerazione non nasce dal presupposto di colpevolizzare nessuno di queste nuove figure, ma nasce dal fatto che la comunità, nella sua colonna vertebrale e nella sua struttura, “costruita” di tanti individui, persone diverse ognuno dall’altra, sembrerebbe indebolirsi, come sembra anche indebolirsi una lingua, quella italiana che giorno dopo giorno, viene invasa da inglesismi che forse la metà sarebbe bastata.
Se oggi la società non cerca la sua dignitosa forza di essere naturale e non modificata mentalmente da queste “ventate decisionali” che arrivano dalla modernità digitale che palesemente ci “lava” il cervello nelle scelte soggettive, siano esse commerciali che umane, possiamo anche pensare che in un futuro prossimo , talune influenze e "lavaggi", potrebbero portarci ad uniformarci in scelte politiche verso un’unica direzione , in una direzione totale che va a metterci tutti, in ginocchio , nel seguire le direttive di pochissimi in modo passivo e rassegnato o addirittura peggio di uno sopra tutti , nella vita terrena della nostra quotidianità? Ognuno di noi, deve cercare sempre nella sua piena libertà, di essere se stesso e non essere influenzabile , dai pieni poteri convenzionali o non che siano, al solo fine di poter indovinare o sbagliare una scelta con la propria testa, con la propria intelligenza , logicamente si possono accettare dei suggerimenti , dei consigli , valutandone lo logicità , azione accogliente che discerne dalla moda che oggi palesa e conquista "mercati di cervelli", che sempre più vengono diretti e comandati a scelte, sulla volontà altrui che sempre non è positiva e che sovente non è un modello da seguire ed emulare nella bontà e nell’onestà intellettuale di ognuno di noi.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736