Guardavalle sciolta per 'Ndrangheta. Quando i Gallace donarono la statua al municipio e il sindaco escluse legami col clan

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Il Consiglio Comunale di Guardavalle, l'intervento del sindaco Ussia
  22 febbraio 2021 15:29

di PAOLO CRISTOFARO

Da tempo ombre e sospetti circolavano intorno all'amministrazione comunale di Guardavalle, paese del Catanzarese al confine con l'area Reggina, oggi sciolto per infiltrazioni mafiose dal Consiglio dei Ministri (LEGGI QUI). Un piccolo centro balzato agli "onori" (si fa per dire) della cronaca, dopo il caso, denunciato anche da Striscia La Notizia, di una statua di Sant'Agazio, il patrono, piazzata davanti alla sede municipale e donata da un membro della famiglia Gallace, noto clan di 'Ndrangheta di Guardavalle, con contatti in tutta Italia e in America del Sud, per vicende legate al traffico di stupefacenti. Ai piedi della statua, poi rimossa dopo la polemica, vi era anche la scritta col nome della famiglia. Al consiglio comunale convocato in quell'occasione, seguito anche da La Nuova Calabria, il sindaco, Pino Ussia, ai nostri microfoni aveva escluso ogni legame con le 'ndrine (LEGGI QUI)

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(La nostra intervista al sindaco, Pino Ussia, dopo il consiglio comunale straordinario del 19 dicembre 2019)

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"Non siamo mafiosi", aveva detto il sindaco Ussia durante l'intervista. "E' stata dipinta un'immagine di Guardavalle che non corrisponde al vero. Il nostro è un paese che, certamente, ha avuto difficoltà in passato, ma nessuno qui è sottomesso al volere della Ndrangheta o delle famiglie locali, potenti o meno" ha dichiarato. "La statua è stata donata nel 2007. L'allora giunta aveva accolto la richiesta, sottoscritta da diversi cittadini di varie famiglie di Guardavalle (non solo quella Gallace), di installare l'immagine nella piazza del municipio", aveva spiegato. Ma i presunti contatti esclusi dal primo cittadino, invece, riemergono dopo la decisione odierna di sciogliere il Comune e affidarlo, per 18 mesi, ad un'apposita gestione commissariale. Dopo quel consiglio comunale, il sindaco era stato anche minacciato di morte (LEGGI QUI), con una scritta apparsa su un muro del paese. "Ussia infame, uomo morto", riportava la scritta. Sentito telefonicamente da La Nuova Calabria, anche in quella occasione, il sindaco aveva preferito non rispondere né commentare, riferendoci soltanto che erano state avviate indagini. 

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(La statua donata dai Gallace davanti al Municipio, alcuni giorni prima della rimozione)

E le vicende del clan Gallace erano apparse anche nell'ultimo report semestrale della DIA di Catanzaro (LEGGI QUI). Il 21 agosto 2019, i Carabinieri, in un appartamento di Giardini Naxos (Messina) hanno arrestato un esponente del clan Gallace, ricercato dal maggio 2017 per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti importati dal Sud America, gestito prevalentemente in una base logistica ad Arluno (MI). Destinatario di un provvedimento cautelare emesso su richiesta della Dda di Milano, al momento della cattura era in possesso di carta di identità, patente e passaporto italiani falsificati. "Nel dicembre 2019 è balzata agli onori della cronaca nazionale la vicenda relativa alla rimozione di una scultura religiosa donata al Comune di Guardavalle, nel 2007, da soggetti ritenuti vicini alla cosca in argomento, collocata proprio davanti al Municipio", aveva ricordato pure la stessa DIA. La cosca sarebbe particolarmente attiva, stando ai dati della DIA, a Soverato e in molti dei comuni limitrofi.

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