Un 'conflitto-abbaglio' e la via romana per Catanzaro. In collegamento dal Libano, La Nuova Calabria ha sentito Vincenzo Speziali per fare il punto sulla guerra in Ucraina e sulle Comunali di Catanzaro. L'intervista è stata realizzata martedì (quindi va contestualizzata rispetto alle evoluzioni successive, su entrambi i fronti) in occasione di un appuntamento dell'internazionale della Democrazia Cristiana e del partito Popolare europeo.
"E’ stata l’occasione di affrontare i risvolti e le possibili soluzioni di prospettiva non solo per quanto riguarda l’emergenza Ucraina, bensì anche per le emergenze che si affastellano nell’area medio orientale. In Libano c’è una crisi umanitaria, sanitaria, economico-finanziaria e forse anche politico-istituzionale è intrecciata alla vicenda ucraina, poiché da lì arriva più del 60% del grano, dove già scarseggiavano i beni di prima necessità", ha spiegato Speziali che, tra un suo detto e l'altro del tipo: "C’è chi ama i puffi e chi ama le spie", ha tracciato un quadro internazionale più profondo rispetto ai soliti. Per il Coordinatore Regionale Calabria dell'Area di Centro e della Federazione Popolare dei Democratici Cristiani la guerra è un "conflitto-abbaglio". Sia perché il quadrante del teatro includerebbe la Russia come tentata di arrivare fino al Mediterraneo (estendendo le aree di influenze rispetto a Yalta) e sia per il ruolo della Cina "che può sopportare tranquillamente qualsiasi tipo di sanzione, nel caso in cui dovesse tentare il colpo militare su Taiwan non so come andrà a finire. Ai cinesi interessa mantenere in vita artificiale, flebile e tramortita, la presidenza di Putin che ha già qualche oligarca di troppo che cerca di scaricarlo. Gli oligarchi hanno soltanto un miraggio e un faro: il denaro". "La concezione di Putin - spiega Speziali- non è comunista ma zarista. Tende sempre ad allargare i territori per paura dell’invasione. La Russia esporta incertezza. rischia di essere il suo Afghanistan con un'aggravante che sarà destabilizzante sia per il fronte orientale e sia per quello occidentale".
Passando alle Comunali: "Lo spettacolo è triste ma siamo tutti responsabili. Io parlavo di una cosa e gli altri facevano le nomination del Grande Fratello. Quando ci si siede a un tavolo bisogna sedersi scevri da qualunque tipo di recondito pensiero o di retro-pensiero. In una città capoluogo di regione e con i tempi che corrono è inutile pensare che si possano fare esperimenti. Stare alla Regione e pensare che si vada per esperimenti, per forze centrifughe non è assolutamente possibile. Non appartiene alla realpolitik: la politica non si fa con le emozioni si fa con le visioni. Dobbiamo contattare le migliori formule di idee per sintetizzarle in un programma. Che il nome arrivi a Catanzaro o a Roma non bisogna arroccarsi sui veti". In sostanza la strada romana sembra quella maestra.
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