di ELENA BOVA
Il confronto di questi giorni tra dirigenti del PD, meglio sarebbe dire lo scontro, sembra una resa dei conti tutta interna e per tale ragione sicuramente dannosa chiunque sia il vincitore o la vincitrice. Eravamo abituati ad un partito, che è altra cosa da un movimento, perché l’unità dei gruppi dirigenti era obbiettivo prioritario da perseguire sempre e comunque. Poi è nato il PD e sono nate le correnti a modello della vecchia democrazia Cristiana che hanno portato i disastri che tutti conosciamo. Non credo che Elly Schlein riuscirà a ricomporre le diverse anime del partito, perché le differenze non sono sulla politica ma sulla gestione del potere. Lo ha detto bene Lino Puzzonia nel recente dibattito sulla stampa. A Catanzaro il problema però è più grande perché il PD è stato il partito che ha designato candidato a Sindaco Nicola Fiorita senza tessera di partito mentre Valerio Donato era iscritto al PD dalla sua nascita. Quindi il PD di Catanzaro ha il dovere politico e morale di spiegare le ragioni che lo hanno portato a sostenere la mutazione antropologica della nuova maggioranza creatasi al comune. Dobbiamo chiamarla di sinistra-destra? Oppure di destra-sinistra?In qualsiasi altra città d’Italia gli iscritti, i simpatizzanti e gli elettori avrebbero occupato i circoli per chiedere spiegazioni avrebbero chiesto le dimissioni dei segretari per motivi, questi si, politici. A Fabio Celia vorrei dire che avrebbe fatto bella figura dimettendosi prima della formalizzazione della nuova giunta, dopo lascia un partito allo sbando. Sappiamo tutti quanto sia difficile tenere insieme gli iscritti subito dopo elezioni amministrative per il calo di interesse che ne consegue.
Ho votato Valerio Donato candidato a Sindaco e sono stata tacciata di essere passata a destra. Ho votato Elly Schlein alle primarie PD pur non essendo più tesserata perché sono una donna di sinistra e credo che il PD in Italia ha un compito troppo grande per dividersi su piccole beghe di provincia.
*ex tesserata PD
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