I classici oggi / 9: Catanzaro, Calabria e Italia

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  03 maggio 2022 13:02

 di  MASSIMILIANO LEPERA

Lo sapevate che al sud Italia, nello specifico in Calabria, ci potrebbe essere una probabile connessione tra l’antica popolazione dei Vituli, lì stanziata in età greco-romana, e l’attuale nome non solo del patrono del capoluogo Catanzaro, ovvero San Vitaliano, ma addirittura il nome della nostra penisola?

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Secondo alcune ipotesi, infatti, Italia è una parola di probabile origine greco-etrusca, che pare significhi, in base a ciò che abbiamo poc’anzi detto, “terra dei vitelli”, in quanto il sud della nostra penisola ne era abbondante in epoca classica. Il nome deriverebbe pertanto da quello dell’antica popolazione della Calabria, i Vituli, chiamati così perché allevavano (e magari anche adoravano) i vitelli. Col passare del tempo, la parola “Vituli” si potrebbe esser trasformata in “Vituli - vitalai - italoidi – Italia”, e tale passaggio si sarebbe avuto con i Greci delle colonie, i quali, molti secoli dopo, pronunciavano “Itali” il termine Vituli e chiamarono successivamente Italia la regione abitata dai Vituli. Questo termine, almeno fino al V secolo a.C., indicava solamente la parte meridionale della Calabria.

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Solo successivamente venne usato per indicare l’intero nostro paese. Ma andiamo a ricostruire meglio tutto quanto, per non creare troppa confusione. I Greci indicarono l’origine del nome nell’incerto *Ouitoulía, dal vocabolo Ιταλ?ι (Italói), plurale di Ιταλ?ς (Italós), ovvero “Italo”), termine con il quale i coloni achei ambiguamente designavano sia i Vituli (etnonimo etimologicamente relato al vocabolo indicante il toro) che i tori stessi: tale vocabolo infatti è di derivazione italica e specificamente proviene dalla parola osco-umbra uitlu, “toro” (il latino uitellus è la forma con suffisso diminutivo che significa vitello). *Ouitoulía venne così a significare “terra dei Vituli” o “terra dei tori”.

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A supporto di questa ipotesi, c’è da dire che nella parte meridionale della penisola calabrese esistono toponimi di origine magnogreca (alcuni anche tradotti in latino dai Normanni), probabilmente facenti capo alla più antica etimologia di terra dei tori (e dei bovini in generale): Bova, Bovalino, Taurianova, Gioia Tauro ... Sempre in linea con la suddetta ipotesi, poiché è risaputo che i Romani non avevano anticamente la “V” nel loro vocabolario (in quanto la lettera “U” aveva sia un suono vocalico che semivocalico, sostitutiva della “V”), allora li chiamarono “Ituli”, e da lì sarebbe nata “Italia” come “terra degli Ituli”. Con l’occupazione romana, il nome sarebbe poi stato esteso progressivamente a tutto il territorio. L’imperatore Ottaviano Augusto, in seguito, nel 42 a.C. decretò l’estensione del nome “Italia” dalle Alpi alla Sicilia (andando addirittura, già più di 2000 anni fa, oltre quelle barriere ostiche che hanno diviso e lacerato la nostra penisola fino al 1861 e tuttora persistono in altri modi!).

 

Oltre a questa versione, che costituisce l’ipotesi più accreditata, per onestà intellettuale ne verrà riportata qui anche un’altra. L’attuale terra che oggi all’incirca corrisponde all’Italia, anticamente la comandavano gli Enotri, il cui re si chiamava Italo, in onore del quale allora mutarono il loro nome in Itali. Esistono varie leggende su tale personaggio, re degli Enotri che, secondo il mito, sarebbe vissuto sedici generazioni prima della guerra di Troia. Dato prima alla regione corrispondente al suo regno, ovvero quasi tutta la Calabria ad esclusione della zona settentrionale, il nome Italia si estese successivamente all’intera penisola (fino alle attuali Toscana e Marche), come narravano anche Tucidide, Aristotele, Antioco di Siracusa e Strabone. 

 

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