I consiglieri regionali d'opposizione: "Seduta di congedo un atto lesivo nei confronti delle minoranze"

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  13 novembre 2020 12:23

I consiglieri regionali calabresi di opposizione Carlo Guccione, Domenico Bevacqua, Nicola Irto, Libero Notarangelo, Luigi Tassone, Giuseppe Aieta, Graziano Di Natale e Francesco Pitaro, hanno scritto al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia e per conoscenza al presidente del Consiglio regionale della Calabria Domenico Tallini in riferimento ai lavori della seduta di congedo dell'assemblea del 10 novembre scorso lamentando "un gravissimo atto politico lesivo dei diritti delle minoranze".

"Il presidente del Consiglio regionale, pur avendo convocato la seduta entro i termini previsti - è scritto nella lettera - non si è limitato a porre all'ordine del giorno la Proposta di Provvedimento amministrativo nella quale si prevede che 'Il Consiglio con apposita delibera accerta ovvero prende atto dei casi di incompatibilità sopravvenuta, rimozione, impedimento permanente o morte del Presidente della Giunta' ma, con una serie di modifiche e integrazione inviate ai consiglieri nella giornata precedente, e senza consultare la minoranza, ha disposto un ordine del giorno di ben 21 punti. Durante la seduta sono stati invertiti e inseriti altri punti che hanno portato a contare circa 28 provvedimenti approvati. È stato dunque disatteso il precetto di tutela delle minoranze sancito dallo Statuto, alla base della cultura democratica, laddove prevede che 'il Regolamento interno, in conformità alle disposizioni dello Statuto e nel rispetto dei diritti delle opposizioni, determina l'organizzazione e il funzionamento del consiglio e dei suoi organi interni'.

Per i consiglieri di opposizione "il programma dei lavori è stabilito di norma dalla Conferenza dei Capigruppo, organismo che può essere convocato ad horas e che, nelle situazioni eccezionali, può e deve essere sentito per definire l'ordine del giorno, ai sensi dell'art. 38 del Regolamento interno. Le continue integrazioni, succedutesi nella giornata precedente, hanno sistematicamente violato la norma regolamentare, così come l'inserimento delle ulteriori pratiche avvenuto nel corso della seduta con l'assenza della minoranza, ne ha reiteratamente violato le prerogative, facendo venire meno, in capo al Presidente del Consiglio regionale, il ruolo di garante, assegnatogli in particolare dall'art. 21 dello Statuto".

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