
Giuseppe e Pasquale Palamara, i fratelli di 56 e 48 anni originari della provincia di Reggio Calabria e residenti ad Arona e Meina, figure centrali nell’indagine della DDA di Milano su una serie di episodi di bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio e evasione fiscale, in carcere a Novara, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia.
I due fratelli che operano con diverse aziende nel settore delle costruzioni e della movimentazione terra, secondo l’inchiesta del pm Sara Ombra, coordinata dalla procuratrice aggiunta Laura Pedio sarebbero al centro di un sistema di riciclaggio di denaro sporco attraverso fallimenti “pilotati” di diverse società a loro riferibili. Un sistema nell’ambito del quale ci sarebbero stati rapporti con affiliati alla ‘ndrangheta.
Nell’indagine sono coinvolte nove persone. Nell’operazione, la guardia di finanza ha sequestrato beni per 1,3 milioni, fra cui un appartamento ad Arona, auto, somme di denaro. Il legale dei fratelli Palamara, l’avvocato Stefano Allegra di Novara, ha chiesto la concessione della misura cautelare ai domiciliari.
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