"La querelle instaurata da Nicola Fiorita relativamente al presunto tradimento di un patto istituzionale denota debolezza amministrativa ma soprattutto politica, pertanto proveremo a sorvolare ", lo affermano in una nota stampa i partiti del centrodestra al Comune di Catanzaro.
"Tale dibattito, ahinoi umiliando il ruolo del Consiglio comunale, ha però determinato il trasferimento del confronto sul piano mediatico e dunque, ci permettiamo di proporre una riflessione, nella speranza che possa essere utile a rivedere alcuni passaggi sia di forma che di sostanza".
"I manager delle partecipate - proseguono i partiti di centrodestra-, ancorché nomine parzialmente fiduciarie, dovrebbero essere dettate da criteri di oggettiva competenza e i loro risultati giudicati in base al lavoro svolto. Rubricarli al rango di “burattini” in mano al sindaco di turno, riteniamo sia quantomeno sgradevole nei confronti degli eccellenti professionisti coinvolti; così come chiedere loro di fare un passo indietro denota uno spirito da restaurazione dittatoriale, che poco si sposa con l’animo asseritamente democratico di un governo che vuole tentare apparire “nuovo”. Forse il primo cittadino, al fine di fare politica di basso cabotaggio, ha deciso di mortificare sul piano istituzionale il documento delle linee programmatiche, tentando di parlare a suocera perché nuora intenda", aggiungono ancora gli esponenti politici.
"Il capo dell’amministrazione prova a raccontare all’opinione pubblica la favoletta che, per supremo interesse collettivo, i manager dovrebbero lasciare il loro incarico, ma l’obiettivo è in realtà di raggiungere un duplice risultato: tentare di fare il pienone di nomine tra i suoi fedelissimi ed elettori o, in alternativa, dire a chi “si aspetta” qualcosa, sulla scorta delle promesse elettorali, che si è impossibilitati a concederla. Non stiamo dicendo che debbano esserci intoccabili o inamovibili - posto che trattandosi di professionisti tornerebbero alla propria occupazione a tempo pieno -, stiamo dicendo che la pubblica amministrazione ha delle regole ben precise. Sappiamo che non esiste un manuale da “inesperto sindaco e inesperto staff”, bensì norme insindacabili che invitiamo i signori amministratori a studiare. Senza gravi motivazioni o dolo, infatti, i manager sotto contratto non possono essere rimossi, se non previo pagamento di pesanti penali che certamente intercetterebbero le pregiate attenzioni della Corte dei Conti".
"Invitiamo la “maggioranza” e l’esecutivo - concludono - a dedicarsi ad un più attento approfondimento: il tempo dell’improvvisazione sta finendo e tutto ciò sta diventando veramente offensivo nei confronti della città", concludono i partiti di centrodestra.
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