Stanno facendo discutere le nomine di sottogoverno alla Regione Calabria sponsorizzate sul piano politico da Matteo Salvini, leader indiscusso della Lega. La prima nomina, con la guida della Sorical, è stata quella di Cataldo Calabretta, avvocato di Cirò Marina, che sembra essere politicamente vicino alle posizioni del parlamentare lametino Domenico Furgiuele. Negli ambienti politici si fa ora il nome di Anna Mancuso, architetto lombardo ma nata a Zagarise nel 1960, probabilmente destinata a Calabria Etica (LEGGI QUI).
Anna Mancuso fu senatrice del Popolo della Libertà per pochi mesi, nel 2012, in quanto era prima dei non eletti nella circoscrizione Lazio alle spalle di un suo collega prematuramente scomparso. Anna Mancuso è certo una donna impegnata ed è una professionista, ma in alcuni ambienti della Lega ci si chiede: perché andare a pescare, per i posti di sottogoverno, tra personalità che danno l'idea di una Lega colonizzatrice, di una Lega che non consente ai propri dirigenti e militanti locali di fare delle scelte e di essere costretti a subire decisioni prese dall'alto? Perché, in buona sostanza, Matteo Salvini dovrebbe imporre un nome quale Anna Mancuso in un ente che, tra l'altro, è in liquidazione ed è stato toccato da inchieste della magistratura? Ma Calabria Etica è utile alla Calabria, risponde alle esigenze di buongoverno che Matteo Salvini propaganda in ogni suo comizio? A che tipo di logica politica risponde la possibile scelta di Anna Mancuso?
Dunque, Cataldo Calabretta e, forse, Anna Mancuso: perché queste due scelte? I due nomi sono stati sottoposti agli organismi di partito? Sono stati consultati i 20 non eletti delle recenti elezioni regionali il cui sforzo ha consentito alla Lega, prima volta nella storia, di eleggere quattro consiglieri regionali e di nominare un vicepresidente? Ma che idea ha Matteo Salvini della Calabria e del Sud?
Sono queste le domande che circolano tra militanti ed esponenti locali della Lega mentre, peraltro, Fratelli d'Italia sta aumentando in presenza e consensi. Il rischio che Matteo Salvini corre in Calabria, qualora desse l'idea di volerla colonizzare politicamente senza dare fiducia ai calabresi, è quello che cresca l'interesse verso il partito guidato da Giorgia Meloni. C'è chi è disposto a giurare che alle amministrative di Reggio Calabria e di Crotone le liste di Fratelli d'Italia prenderanno più voti di quelle della Lega, di una Lega che appare troppo verticistica e colonizzatrice, senza un vero progetto politico meridionalista.
Il tutto si inserisce in un contesto in cui lo stesso Matteo Salvini ha imposto quale candidato a sindaco di Reggio Calabria il manager Antonino Minicuci. Le urne, il 20 e 21 settembre, daranno già i primi responsi sulle scelte di Matteo Salvini e della sua idea di Lega al Sud e in Calabria.
s.p.
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