"I fatti del Consiglio Comunale di Catanzaro di giorno 12 ottobre non rappresentano assolutamente una lotta di potere, nemmeno strisciante. E’ semmai la cartina al tornasole di un sistema, dove l’equilibrio da sempre precario, si è rotto, di certo non sotto la pressione delle forze di opposizione che non esiste nei fatti, bensì per una “sfida all’O.K. Corral”, dove tutti in ordine sparso rincorrono una poltrona".
Lo scrive Antonio Nisticò, coordinatore cittadino Associazione I QUARTIERI
"La rincorre ormai da tempo il sindaco Abramo, prima come possibile candidato alla presidenza della Regione Calabria, oggi sembrerebbe si potrebbe “accontentare” di una postazione di minor valore come assessore nella giunta Santelli, magari balcanizzando postazioni già occupate e, che si richiamano sempre al circuito della Lega di Salvini, dove ormai il tradimento è stile politico. Ed allora anche nel Consiglio Comunale di Catanzaro si mutua la corsa e l’agguato politico come metodo e stile di proposta. Si applica in termini politici una forma di stretto rispetto delle norme per il Covid-19: un rigido distanziamento sociale dai bisogni della città. La pletora dei consiglieri comunali, salvo eccezioni, che rappresentavano la maggioranza “granitica” dell’Abramo quater si è sfarinata, non certo per incomprensioni o visioni diverse sui problemi della città – non gliene frega nulla! – ma, per una corsa disordinata all’acquisizione di ogni poltrona disponibile nei sotto-governi anche regionali o nelle ricandidature delle imminenti elezioni alla provincia di Catanzaro. I gruppi consiliari si compongono e si scompongono secondo le esigenze dei singoli, anche se nelle intenzioni dei “padri fondatori” della maggioranza politica in città c’era l’impegno di non consentire trasmigrazioni fra i gruppi: quella che nei fatti è rimasta una buona intenzione mai applicata".
"C’è peraltro un’altra lotta intestina fra le diverse componenti della maggioranza politica al Comune di Catanzaro, una specie di ipocrisia clandestina dove il pugnale lo si nasconde dietro il politicamente (s)corretto… Il prossimo sindaco post-Abramo non lo sceglierà la città come dovrebbe, ma potrebbe nascere dall’imposizione dello spadone dei barbari in migrazione – occupazione (?) - da Pontida verso Catanzaro. Insomma siamo ritornati alle regole della monarchia che legittima le aspirazioni del delfino – senza valutare se galleggi – in adesione dalla teoria teocratica “Trono e Altare”, quella teoria del diritto divino molto simpatica alla sensibilità del Re…Abramo(?) Quindi sull’Altare del potere tutto sembra legittimo, come la giostra dei cavalieri erranti del Consiglio Comunale, mentre la città arranca, soffre e si continua a piegare su se stessa, per una distrazione diffusa di chi dovrebbe governare le dinamiche cittadine. Diciamoci le verità, senza artifici e senza ipocrisie, perché non ha valore l’autoscontro in atto nel Consiglio Comunale e nelle segrete stanze, il cui ultimo risultato è solo uno, come valore indiscutibile: Catanzaro è allo sbando".
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