I Quartieri: scongiurare la facoltà di Medicina a Cosenza

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  15 luglio 2019 15:11

Lo scorso 11 luglio  si è palesata la volontà del sindaco Sergio Abramo di creare un tavolo di concertazione nel quale dar posto e riteniamo voce, oltre ai nostri cari consiglieri regionali, ai rappresentanti dell’università, ai rettori e al loro team. Era ora.   
 La volontà di spostare la facoltà di Medicina all’Unical di Rende (Cs), o per lo meno una parte, diventerebbe l’ennesima espoliazione alla città capoluogo, contribuendo a relegarla nella sua posizione di assoluta subalternità. I 33000 studenti che hanno fatto letteralmente esplodere l’economia della città dei Bruzi rendendola auspicabile per chi desidera dare concretezza alla propria esperienza di studi con una seria prospettiva di lavoro, hanno evidentemente un peso consistente, politico addirittura... E siccome il nostro sindaco cieco non è, penso si sia reso conto dell’assurdità delle scelte strategiche, da lui ahimè assecondate perché realizzate nell’ultimo ventennio, mi riferisco al decentramento dell’università in primis, ma poi di tutti gli uffici e dei presidi.
Si tratta di un conto salatissimo che sta facendo pagare alla città e ai cittadini catanzaresi, un’autentica purga che probabilmente questi ultimi meritano per aver assecondato col loro voto uomini inadatti, privi di prudenza e lungimiranza, e questa è e rimarrà nella storia di Catanzaro una colpa grave. Come più volte ribadito è questa la principale causa della desertificazione della città di Catanzaro, nel suo centro storico abitato da poco meno di 8000 abitanti, privato colpevolmente di servizi, con un’economia che langue, asservita ad un unico imprenditore, che per sue capacità è riuscito negli anni a capitalizzare, qualcuno sostiene anche ad orientare, scelte economico-strategiche incoerenti, irresponsabili, che hanno finito progressivamente per indebolire o annichilire quel piccolo tessuto di commercianti, artigiani, ristoratori che in passato hanno contribuito a fare la storia di questa città.
Chapot dunque a questo Rockfeller dell’imprenditoria, con l’augurio che ne sorgano degli altri, di nuovi, in grado di dare nerbo e slancio al terziario cittadino e della provincia, unico volano per il lavoro in questo momento per chi ovviamente vuole rimanere in Calabria. Il rimedio c’è a questa empasse e il sindaco credo l’abbia capito: l’Università. Il suo ritorno tra le mura rivitalizzerebbe Catanzaro, riportando tra le mura gente, giovani, risorse, economia. Quante attività muoveva l’università in via Madonna dei Cieli qualche tempo fa? Librerie, market, ristoranti, bar, appartamenti, un’intera città viveva sulle migliaia di studenti che affluivano a Catanzaro. Chi è quel demente che, col polo giudiziario che c’è in città, decise di spostare Giurisprudenza a Germaneto? Quanti presidi storici potevano accogliere la facoltà, perché no, nel centro storico, così come tante e tante sedi universitarie italiane e di grande prestigio? Abramo, se supportato adeguatamente dai nostri consiglieri regionali, avrebbe ancora la possibilità di intervenire, di convincere… e di correggere scelte rivelatesi purtroppo sbagliate, invertendo questa débâcle. Egli che è e rimane un catanzarese…ci riuscirà?

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