Stasera a Casali del Manco, il 15 marzo a Rende e il 22 marzo a Petilia Policastro
16 febbraio 2024 12:48Continua il viaggio dei romanzi di Ruggero Pegna, produttore e promoter calabrese di grandi eventi musicali tra i più noti, con l’altro volto di sorprendente autore e scrittore: dalla poesia, alla satira, a diversi romanzi attualissimi e di successo a sfondo umanitario, introdotti in diverse scuole e presentati in numerose rassegne letterarie.
Questa sera, venerdì 16 febbraio, alle 17:30, l’autore sarà alla Biblioteca Comunale di Casali del Manco per la rassegna culturale “Un libro e un caffè” organizzata dall’Assessorato Comunale alla Cultura, con il romanzo “Il cacciatore di meduse”. All’incontro, coordinato dalla storica dell’arte Alessandra Leonetti, prenderanno parte Erminia Barca dell’associazione “La biblioteca”, Romeo Bufalo già docente di Estetica all’Università della Calabria, Pietro Spadafora coordinatore del progetto SAI di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati di Casali del Manco, alunni dell’Istituto Comprensivo Casali del Manco 2. L’incontro sarà arricchito dalle musiche di Mattia Salemme. Il 15 marzo, poi, alle 19.30, saranno “Miracolo d’Amore” e l’incontro con Natuzza Evolo al centro di un incontro nella Chiesa di Sant’Antonio da Padova di Rende. Il 22 marzo, l’autore sarà al Santuario della Santa Spina di Petilia Policastro con tutte le sue pubblicazioni.
Dopo aver raccontato in “Miracolo d’Amore” (Rubbettino) la storia della sua improvvisa leucemia e della miracolosa guarigione “grazie al trapianto di midollo di una ragazza americana e alle preghiere di Natuzza Evolo”, Pegna ha toccato il tema della pena di morte in “La penna di Donney” e quelli del razzismo e dell’integrazione nel toccante “Il cacciatore di meduse” (Falco Editore), storia di un piccolo migrante somalo sbarcato con la madre a Lampedusa, consigliato a tutte le scuole dalla World Social Agenda sul tema “Migranti e Diritto al futuro”. In un momento storico segnato da episodi d’intolleranza e di odio, “Il cacciatore di meduse” parla di sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore, del valore del rispetto verso gli altri e di ogni diversità, sottolineando la ricchezza della contaminazione tra diverse culture. Un romanzo che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, una grande storia d’amore incastonata nella storia mondiale degli ultimi anni, dall’elezione di Obama, primo Presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco dopo l’ennesima strage di migranti del 18 aprile 2015.
“Mi ha fatto piacere – afferma l’autore - che il film di Garrone abbia avuto successo. Per me, che ho raccontato queste storie di migranti vissute con gli occhi di un bambino, é una doppia gioia. Attraverso film cosi' belli e romanzi che commuovono credo che si possa contribuire alla lotta al razzismo, alla promozione dei sentimenti di accoglienza e di integrazione!”.
Con “La stanza di Adel” (Santelli), da poco pubblicato, in cui ancora una volta è la realtà a trasformarsi in romanzo, ha scelto invece di addentrarsi nel delicato tema dell’adozione che s’intreccia a quello dell’essere genitori, della famiglia e dei figli, dell’esistenza stessa. Una storia di particolare attualità, che stride con le cronache di guerra di questi giorni, anche perché la protagonista è proprio Adeliya, una bimba russa adottata da genitori italiani.
“L’adozione è un modo naturale come qualsiasi altro per essere genitori e figli, un ritrovarsi meraviglioso voluto dal destino o da Dio, a secondo della propria fede”, afferma Pegna, animato dal desiderio di trasmettere ancora una volta forti emozioni legate a storie vere. Romanzi da non perdere per chi volesse emozionarsi con avventure umane fantastiche raccontate con sensibilità, delicatezza e poesia, capaci di avvicinare il lettore ai sentimenti più forti e, forse, di contribuire a dipanare ogni dubbio sulla diffidenza con cui si guarda troppo spesso ai temi dei migranti o delle adozioni. Storie avvincenti e coinvolgenti, dedicate ai bambini in un momento di grande sofferenza in molti luoghi del mondo, come scrive l’autore nella dedica d’apertura de La Stanza di Adel: “Ai bambini che siamo stati, a quelli che verranno, a quelli abbandonati, vittime innocenti di guerre, violenze o abusi, a quelli indesiderati o mai nati…”.
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