I due tiktoker catanzaresi si raccontano nei nostri studi e ci descrivono la difficoltà di portare l'attenzione delle nuove generazioni su tematiche importanti - come bullismo, accettazione di se stessi e abbandono degli animali - senza imbattersi nei "commentatori seriali"
14 dicembre 2022 17:19di FILIPPO COPPOLETTA
Entrambi originari di Catanzaro hanno deciso anche loro di cimentarsi, da qualche tempo, nello sconfinato mondo dei social network trovando un vasto pubblico al loro seguito. Sono Fabio e Paolo, due ragazzi che non vogliono lasciare fine a se stessa la visibilità acquisita con i loro profili ma di utilizzarla per divulgare messaggi sociali che possano smuovere l'opinione pubblica verso tematiche sempre più al centro dei dibattiti quotidiani.
C'è la lotta al bullismo, quella ad accettarsi per come si è, la battaglia verso l'abbandono degli animali, il supporto verso quanti soffrono nel silenzio di una colpa che non hanno. Ma questa "missione", come spesso accade sul web, viene più volte ostacolata dai cosiddetti heaters, commentatori seriali che deliberatamente decidono di puntare il dito contro questi ragazzi, senza magari neanche approfondire i personaggi o comprendere il significato di uno sketch.
Fabio Rotundo, che nel mondo social è meglio conosciuto come Pomiro84, con i suoi oltre 500 mila seguaci, basa i suoi contenuti su una problematica diffusa che è quella della alopecia, in questo caso relativa alla perdita dei capelli. In un modo scherzoso e simpatico, sdrammatizza sulla questione che lo vede direttamente coinvolto a seguito di un incidente avuto quando era ancora un bambino. «Voglio essere, per chi mi ascolta, quella persona di cui avevo bisogno quando ero piccolo, quando mi vergognavo ad uscire di casa ed indossavo sempre un cappello per nascondere qualcosa di cui non mi sarei dovuto vergognare» ci dice Fabio. La perdita di capelli, purtroppo, non è un qualcosa che attiene solo a questa malattia ma è una triste conseguenza anche per quanti portano avanti cicli di chemioterapia e si emoziona Fabio quando ricorda l'incontro con i piccoli pazienti del reparto di oncologia pediatrica del Pugliese di Catanzaro.
Dall'altra parte c'è invece Paolo De Sanctis: dall'amore verso gli animali alla lotta contro il randagismo e l'abbandono. Paolo ha a cuore il destino di cani e gatti, tanto da volerlo portare sul web per sensibilizzare il suo pubblico verso una tematica sempre più di rilevo nella società. Usa il suo personaggio per richiamare alla riflessone e spesso gli è capitato anche di affrontare tematiche più leggere che lo hanno portato negli studi di Canale5.
Sopravvivere in questo ambiente non è semplice. Non lo è per chiunque si ritrovi ad esporre pareri e pensieri nella grande piazza dei social. Spesso, infatti, ci si imbatte in quanti provano in ogni modo a smontare il personaggio senza magari neanche conoscere il fine dei propri messaggi. A Fabio e Paolo è capitato quando hanno raccolto la richiesta di aiuto di un'amica che chiedeva il loro un supporto (fisico e mediatico) per fare luce sull'alluvione che ha devastato il quartiere di Simeri Mare invaso da fango e detriti. A Fabio è accaduto anche quando, dopo tante richieste, è riuscito a varcare le porte del reparto di oncologia pediatrica per strappare un sorriso ai piccoli pazienti lì ricoverati. È successo ancora quando hanno supportato le iniziative della Fondazione per l'infanzia "Ronald McDonald". «Andate solo in cerca di visibilità», il commento più diffuso, che non guarda nella direzione verso la quale si proietta questa "visibilità" ma cerca in ogni modo di distruggere l'altro, di delegittimarlo come se quella visibilità potesse arrecare un danno a qualcuno o qualcosa.
Per questo abbiamo invitato Fabio e Paolo nei nostri studi. Sperando di aprire i riflettori verso un mondo che, sfruttando la viralità, decide, con responsabilità, di sensibilizzare grandi e piccoli verso aspetti molte volte sconosciuti. Un esempio di come i social possano rappresentare uno strumento utile, una cassa di risonanza per amplificare il rispetto dell'altro.
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