"Ricordate il lockdown? Tutta la retorica della natura che si era riappropriata dei suoi spazi, con le anatre che nuotavano tranquille nei canali o a spasso per le vie cittadine? Nessun problema: dal 2 settembre e fino a febbraio ci penseranno i cacciatori a ristabilire l'ordine e a far capire agli animali qual è il destino che li attende: insidiati, braccati e presi a fucilate 'per sport', cioè per passatempo".
E' quanto sostengono, in una nota congiunta, Lipu e Wwf.
"La voglia di far tuonare l'artiglieria è tale - proseguono - che la Regione Calabria (che sia di destra o di sinistra è sempre la vecchia solfa), ha pensato di concedere l'ennesimo cadeau dell'apertura anticipata, senza un valido piano faunistico venatorio, senza uno straccio di censimenti, in un periodo in cui alcune specie, vedi colombaccio e tortora, hanno ancora i pulcini nel nido e con la gente ancora in giro per campi e boschi, o magari ospiti di bell'agriturismo con sveglia all'alba a colpi di fucile".
"Ma ci vuole davvero un bel coraggio - aggiungono - a sostenere, come ha fatto l'assessore all'Agricoltura Gallo, che il calendario venatorio approvato il 7 agosto, è frutto di 'concertazione e di dialogo' con le associazioni ambientaliste. Ma quando mai? Nessuna delle osservazioni e delle proposte trasmesse all'ufficio regionale competente sia dal Wwf che dalla Lipu (che anzi avevano espresso chiaramente un 'fortissimo dissenso'), è stata presa in considerazione, prevedendo piuttosto l'ingiustificata preapertura della caccia e il posticipo della chiusura al 10 febbraio 2021, favorendo l'esercizio venatorio nei siti di 'Rete Natura 2000' senza la necessaria valutazione d'Incidenza Ambientale (Sic - Zps - Zsc, aree particolarmente protette) e mantenendo l'inaccettabile presenza di specie in grave declino globale".
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