La Giornata mondiale del lavoro sociale 2024 organizzata dal Croas Calabria, in collaborazione con le Università calabresi e il Dip. di giustizia minorile e di comunità, ha rappresentato un’occasione per discutere insieme alle istituzioni il tema del Buen Vivir e del cambiamento per realizzare un futuro comune.
Un concetto in piena sintonia con le responsabilità degli assistenti sociali e con l’affermazione dei principi della difesa del bene comune e dell’equità sociale, della promozione della cultura della sussidiarietà.
Tantissimi i relatori che si sono susseguiti nel corso del meeting, analizzando questioni di giustizia e politiche sociali, tra i diversi focus il benessere di comunità, la sostenibilità ambientale legata ad un nuovo umanesimo, la responsabilità collettiva contro stranieritudine e capitalismo dominante. Oltre 300 i partecipanti che hanno seguito i lavori, densi di contenuti e di idee su modelli alternativi di sviluppo, la cui replica è disponibile in un video su Youtube.
I saluti introduttivi della Presidente Cnoas Rosina e del Direttore Uiepe Molinari hanno ribadito l’importanza dell’attività sociale, della sua dimensione socio-politica, di una comunità professionale altamente qualificata a sostegno delle persone.
Di grande effetto le parole del Presidente del Croas Calabria Danilo Ferrara:<<Occorre un approccio globale ed integrato per superare la cultura dello scarto, andando verso una cultura dell’educazione popolare, un cambio di paradigma, sulla scorta della lezione di Bauman e Papa Francesco, per creare un empowerment di comunità, una comunità curante>>. La prof.ssa Rita Cutini (Lumsa) ha richiamato gli scenari bellici e geopolitici che investono il pianeta e la necessità di una visione allargata per ottenere la pace, così come la consigliera nazionale Elma Battaglia, la quale ha insistito sul valore dell’esperienza degli assistenti sociali. Preziose le relazioni del Prof. Antonio Samà (Unical) sull’impellenza di contrastare pratiche oppressive e trovare soluzioni organizzative, framework alternativi a quello che è stato il fallimento del paradigma neoliberista e della globalizzazione, e del prof. Cleto Corposanto (Magna Graecia) che ha posto l’accento sulla società della numerabilità e della prestazione, dei confini culturali che determinano quelli fisici. Centrale la visione della consigliera segretaria Francesca Mallamaci sui concetti di bellezza e fragilità in contrapposizione a modalità inumane e disumanizzanti nell’accompagnamento alle persone, in particolare le donne e i minori.
A chiudere la carrellata di relazioni il Direttore aggiunto Rocco Scicchitano rispetto al cambiamento trasformativo della giustizia, il Rettore Unirimi d. Ennio Stamile che si è soffermato sul concetto di humanitas richiamato dall’enciclica Pacem in terris e le buone prassi esistenti in Calabria, e il prof. Giuseppe Cinquegrana sulla necessità di riscoprire attraverso la relazione con la terra e le proprie tradizioni le basi per modelli di società restanti e per una nuova costituzione umana. I lavori sono stati coordinati e conclusi dall’avv. Lucia Lipari per il Croas Calabria.
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