di GIANPIERO TAVERNITI
Non Dimenticando mai IL 25 Aprile, il giorno della Liberazione, il giorno in cui la nostra Italia, fu liberata dalle dittature nazi fasciste, il giorno in cui si è tornati ad essere liberi, a vivere e a rinascere. Mai dimenticare il sangue versato, sangue italiano, frutto di una guerra fratricida, tra partigiani e italiani che credevano in ideali, nella loro consapevolezza di essere verso il giusto, verso chi voleva migliorare l’Italia, imponendo con rigore e violenza il proprio potere, arrivando anche ad allearsi con dittatori che scrissero leggi razziali. Quando ci sono guerre e vittime, sbagliano tutti, indistintamente dal colore o appartenenza, in Italia, non si è mai posta la questione morale, anche perché chi scrive la storia alla fine, è chi vince.
Già passati 76 anni, la storia non si dimentica, la scuola insegnandola ad ognuno di noi la tramanda, tempi passati che non dovranno più tornare e che ci dovranno insegnare a non sbagliare più, l’insegnamento deve toccare tutti, perché nella storia del globo, se si sono avute delle atrocità, delle guerre e delle discriminazioni razziali, non ha sbagliato, il rosso, il nero o il bianco, ha sbagliato l’uomo, nella sua ceca ricerca del potere in ogni sua sfaccettatura. Il 25 aprile, non solo deve essere la festa della liberazione per tutti, ma dovrà essere l’inizio, il monito di essere liberi nel presente e cercare la libertà per il futuro, quella libertà dalla catena, composta dagli anelli dell’omertà, della violenza, della burocrazia, quella libertà dalle forze malefiche criminali che minacciano la sicurezza e la libertà di ognuno di noi, imprigionando il futuro dei nostri figli.
Già, se allora i partigiani hanno dato una mano decisiva , assieme agli alleati di liberare la nostra Italia, oggi servono patrioti liberi nella coscienza , armati d’intelligenza ,con una visione propositiva, che lavorino culturalmente, con la “baglionetta “della sensibilizzazione, affinchè l’italia possa essere liberata dalle forze negative che la tengono bloccata , non la fanno decollare civilmente, socialmente , culturalmente verso quella penisola che sogniamo tutti, quell’Italia, produttiva, evoluta e sviluppata che possa dare ai nostri giovani la normalità, espressa in quell’opportunità gratificante del lavoro che rende libero l’uomo da ogni negatività.
Un ricordo in questo 25 aprile verso un passato atroce, che nel 25 aprile del 1945 si bagnò di dignità, trasparente e fresca , di quel ruscello incontaminato che si chiama libertà , quel ruscello che ognuno di noi dovrà tenere pulito e che dovrà pulire con la civiltà, l’onestà, l’unità d’intenti e quella scintilla benefica dell’intelligenza che l’uomo dovrà sempre accendere per poter scaldare il cuore di un futuro migliore, ad ogni patriota che ha il dovere di lottare per cercare di completare l’opera, cercando la libertà morale di ogni italiano, verso la corsa della rinascita condivisa e produttiva per tutta la comunità, senza nessun tipo di differenza di colore, appartenenza politica e sociale, cercando la più amplia e dignitosa inclusività omogenea per tutta la politica, perché alla fine siamo tutti figli di quel tricolore che tante volte è stato macchiato di sangue e che oggi viene violentato dalla condizione irriconoscibile della nostra comunità italica che di certo non naviga mari calmi e che di sicuro, ha molto tempo per raggiungere “porti dignitosi “di sicurezza.
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