di FRANCESCO IULIANO
Non è possibile parlare del calcio catanzarese senza che la mente non ti faccia pensare ad un nome su tutti. Quello di Nuccio Tolomeo.
Per lui il calcio è stato la vita, una seconda famiglia. Una passione che ha saputo trasmettere a quanti hanno avuto la fortuna di averlo come collaboratore, come allenatore, come maestro di sport. Da oggi, di Nuccio Tolomeo, ci rimane la sua eredità fatta di consigli, di opinioni, di decisioni, di teorie, di tecniche di gioco.
Non era difficile incontrarlo e vederlo all’opera sul campo di calcio. Bastava andare nella struttura del Federale della Figc, in via Contessa Clemenza (il vecchio campo di Sala), per rendersi conto della passione che ci metteva nell’insegnare il gioco del calcio ai nostri ragazzi. Quante generazioni di calciatori sono passate attraverso i suoi insegnamenti, le sue sfuriate, le paternali ma anche attraverso le sue parole di conforto, di sostegno, di incoraggiamento. Di lui, tutti, hanno sempre riconosciuto quella che era la sua grande caratteristica: l’umanità.
I colori giallorossi, poi, sono quelli che lo hanno accompagnato per un lungo percorso della sua vita calcistica. Nuccio Tolomeo, per il calcio in città, era la Real Catanzaro. La stessa società che, grazie alla sua guida tecnica, negli anni ’90, era arrivata a militare in serie “D” e ad essere la seconda squadra della città.
Per i nostri ragazzi, e non solo, Nuccio è stato un mito. Di questo te ne rendevi conto quando, alla guida del suo scooter, attraversava a fatica le vie del centro cittadino per le tante persone che si fermavano a salutarlo.
Un tecnico, come si dice nel gergo calcistico, “sanguigno”. Una sorta di doctor Jekyll and Mister Hyde. Allenatore ed educatore, a modo suo, nei minuti che scandivano un incontro di calcio, protettivo e affettuoso non appena tutto finiva.
Nuccio aveva un modo tutto suo di vivere le partite dalla panchina. Un aspetto che, grazie all’intuito di un suo collaboratore, oggi ci rimane attraverso un video che ha fatto il giro del mondo. Un episodio ripreso anche da testate nazionali del settore ed anche da fuori confine. Una testimonianza che, personalmente, conservo gelosamente, per timore di qualche scherzo della rete.
Nuccio Tolomeo, al di là delle parole, lascia sicuramente un vuoto incolmabile nel calcio dilettantistico catanzarese e calabrese. Tutti i grazie del mondo non basteranno per esprimergli gratitudine e riconoscenza per quello che ha fatto e per quello che ci ha dato.
Ciao Nuccio.
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