Il cardinale Battaglia ai giovani: "Siete amati non per i like ricevuti sui social, ma perchè insostituibili nel cuore di Dio"

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images Il cardinale Battaglia ai giovani: "Siete amati non per i like ricevuti sui social, ma perchè insostituibili nel cuore di Dio"

  26 settembre 2025 18:41

"Ho sentito il bisogno di dire grazie.

Grazie, prima di tutto, al Signore, perché è Lui che mi permette di vivere questo momento così bello con voi. Permettetemi di ringraziare anche il fratello vescovo Claudio, non soltanto per l’opportunità che mi ha dato oggi, ma soprattutto per la sua presenza: è bello il suo essere qui. Grazie a tutti i sacerdoti, a ciascuno di voi.

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Mentre ascoltavo le parole dette durante la presentazione delle offerte, mi è tornata in mente un’immagine con cui mi sto confrontando da tempo, caro Claudio: quale immagine può descrivere il prete? Non è una battuta, e non fraintendetemi, ma per me il prete è come uno scaricatore di porto.

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Ogni volta che il sacerdote sale sull’altare non porta soltanto le sue fatiche, i suoi pesi e le sue fragilità, ma anche quelli della gente che incontra, che ascolta, che accompagna. Porta tutto su quell’altare, come uno scaricatore di porto. E il Signore restituisce questi pesi non con una soluzione immediata, ma trasformandoli in luce, perché possiamo coglierne il senso e affrontarli con coraggio.

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Dio non ci libera dalla sofferenza, ma ci dona la forza per affrontarla. Non ci libera dalle paure o dalle tempeste, ma ci dona il coraggio per attraversarle. Perfino nelle lacrime possiamo sentire la sua presenza nascosta, che diventa forza e moltiplica il coraggio.

Questa mattina sono stato colpito dalla croce che avete preparato. Pochi giorni fa ho ricevuto in dono un disegno da un sacerdote di Milano: un ragazzo che si dichiarava ateo aveva raffigurato Gesù che porta la sua croce, ma questa croce non era di legno. Era composta dai crocifissi di oggi: i volti e le sagome delle persone che soffrono oggi. Quel disegno mi ha colpito profondamente. Gesù porta con sé i crocifissi di oggi per dire loro: non siete soli.

E penso a voi, ragazzi e ragazze delle comunità terapeutiche. Non sentitevi mai soli, anche se il cammino è difficile. Ognuno di voi è segno di speranza, e le comunità stesse sono presidi di speranza: vanno difese, custodite, sostenute. Non possono essere lasciate sole, perché sono una risposta concreta al disagio, alle dipendenze e a tutte le fatiche della vita.

Ricordo un episodio della mia giovinezza da sacerdote: una ragazza di 16 anni, durante una confessione, mi chiese: “Perché ti sei fatto prete?”. E io risposi d’istinto: “Perché non voglio che tu perda la voglia di vivere”. Non io, ma Gesù è colui che dona la voglia di vivere. È Lui che ti aiuta a ritrovare la vita quando ti sembra di averla persa.

Vorrei condividere anche una lettera che ricevetti tempo fa da un giovane di 25 anni. Raccontava di essere stato perduto nella droga e nello spaccio, ma di aver incontrato Dio ascoltando per caso delle canzoni di un prete. Quelle parole lo avevano sconvolto, fino a fargli guardare con occhi nuovi sua madre, la sua ragazza, la sua vita. Alla fine scriveva: “Oggi sto diventando frate in un convento. Verrò un giorno a trovarti”. Questo è Dio: quando lo incontri, non puoi più fare a meno di Lui.

Un altro ricordo: durante un incontro in comunità, presi un piatto e lo lasciai cadere, mandandolo in frantumi. Chiesi ai ragazzi: qual è la cosa più facile? “Spazzare i pezzi”, risposero. E qual è la più difficile? “Raccoglierli e rimetterli insieme”, disse uno di loro. È vero. Ma ogni pezzo, anche quello che sembra inutile, ha valore. Ogni errore, ogni ferita, ogni sbaglio ha senso. Raccogliere i pezzi richiede di chinarsi, e spesso è più difficile lasciarsi aiutare che aiutare, lasciarsi amare che amare. Ma solo così la vita torna ad avere unità, dignità e senso.

Ragazzi, voi siete il segno che ricominciare è possibile. Non arrendetevi mai, non pensate che sia tutto inutile. Credete in voi stessi, abbiate coraggio, fidatevi e lasciatevi aiutare. Guardate quella croce che avete preparato: non c’è vita senza croce, ma non c’è croce senza Gesù. Voi siete amati, preziosi agli occhi di Dio, non per i “like” ricevuti sui social, ma perché siete unici e insostituibili nel cuore di Dio.

Una persona che si sente accolta e amata dà sempre il meglio di sé. Vi prego, ragazzi: date sempre il meglio di voi stessi. Non domani, ma oggi. Oggi la vita ha bisogno di voi.

Sì, l’amore espone a rischi, a ferite, a vulnerabilità. Ma proprio quella vulnerabilità diventa luce. Basta guardare al Cristo crocifisso: la vulnerabilità di Dio è amore che illumina.

Concludo ringraziando chi si prende cura di voi: operatori, operatrici, volontari. Voi siete come quel pezzo di legno che sorregge una pianta bellissima: non si vede, ma senza di voi la pianta non starebbe in piedi. Continuate a essere questo sostegno silenzioso e prezioso. Non scoraggiatevi mai: la Calabria ha bisogno di voi.

Grazie per quello che siete e per quello che fate. Buongiorno a tutti voi".

Così il Cardinale Battaglia nella sua omelia ai giovani.

 

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