Il caso della frase aggiunta a penna sulle pergotende spunta in Consiglio, polemica fra consiglieri e segretario generale

Il caso della frase aggiunta a penna ad un emendamento sulle pergotende entra in scena in Consiglio comunale. La questione era stata sollevata da La Nuova Calabria (LEGGI QUI) a seguito della denuncia del consigliere comunale Eugenio Riccio che aveva denunciato alla Prefettura "l'apposizione, a penna di un inciso, recante la scritta 'ad uso pubblico', che è stato introdotto - non si sa bene da chi - successivamente all'approvazione del testo licenziato nella seduta del Consiglio comunale del 30 agosto del 2021". Una vicenda che è stata duramente contestata da Riccio nel corso della seduta dell'Assemblea municipale di oggi sollevando un vespaio di polemiche. "Avevamo fatto un emendamento per il bene delle attività commerciali ma con quell'aggiunta si è stravolto tutto. Ce ne siamo accorti quando hanno bocciato le pratiche", ha aggiunto Riccio. A sostegno della posizione di Riccio anche Fabio Talarico che ha ammesso la paternità dell'emendamento (non nella versione modificata).

E' intervenuta il segretario generale dell'Ente Vincenzina Sica che si è difesa ricostruendo quanto accaduto. Dal difetto di trascrizione della seduta, elemento che lascerà il dubbio sulle versioni contrastanti, alle riunioni fatte con i dirigenti per venire a capo del problema. Da quanto appreso, il dirigente, implicitamente accusato dai consiglieri, è di tutt'altro avviso perché proprio nel corso di questi vertici avrebbe spiegato che l'inserimento della frase sarebbe avvenuto ancora prima del rilascio del parere e ancora prima della votazione. 

Discordanti anche le possibili soluzioni. Per i consiglieri servirebbe un atto della burocrazia di revoca di autotutela dell'aggiunta per il segretario generale si dovrebbe tornare in Consiglio per modificare il regolamento e superare così il dubbio interpretativo.  

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