di GIANCARLO PITTELLI *
Inaccettabile. È questa la prima cosa che si pensa leggendo della grave situazione economica in cui versa il Centro calabrese di solidarietà a causa di una politica cieca e una burocrazia inerme e sorda. Se solo sapessero, i signori che oggi muovono i fili delle politiche sociali ingarbugliandoli tra di loro, quanto, in termini di risparmio di costo sociale il Centro Calabrese di solidarietà è valso al territorio, forse non indugerebbero in inutili cavilli che strozzano chi lavora sul territorio.
Perché sia chiaro che non è di carità che il Centro Calabrese di solidarietà ha bisogno, ma del rispetto della legge e sei diritti. Una strada questa oggi poco battuta in una Regione in cui eroi diventano solo coloro i quali scrivono libri e come un disco rotto ci ripetono quanto sia malata la burocrazia, ma quando poi la burocrazia oltre che essere malata infetta le parti buone della società, restano inermi spettatori. La pubblica amministrazione non è di chi la governa , ma di chi paga i contributi e le tasse affinché i servizi vengano garantiti. Ecco perché non è stucchevole carità che si chiede per il Centro Calabrese di solidarietà, ma un intervento forte e deciso che ripristini la legalità nell’unico modo possibile, lo sblocco dei pagamenti dovuti ad una realtà che senza rumore e clamore lavora nell’esclusivo interesse delle fasce più deboli della società , quelle che la politica , la burocrazia e i rappresentanti dello Stato hanno da tempo dimenticato.
*gia’ Senatore della Repubblica
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