"Ieri sera è andata in onda una delle sceneggiate tragi-comiche più riuscite della storia della televisione. Ancora rintontiti dalla bagarre in atto sulla Calabria Zona Rossa, per la serie quando la realtà supera la fantasia, ci troviamo ad assistere ad una scena a dir poco grottesca: il commissario ad acta per il Piano di rientro in sanità, l’ormai famigerato Saverio Cotticelli (generale a cui anche l’Arma dovrebbe far causa per averne danneggiato l’immagine di affidabilità), con un triplo salto carpiato colleziona una mega figuraccia in diretta nazionale. In un colpo solo: si fa suggerire dall’usciere il numero delle terapie intensive esistenti; scopre per la prima volta, davanti alle telecamere, di essere il responsabile della redazione del piano-Covid per la Calabria, e si fa bacchettare dalla vice (Marica Crocco) per essere arrivato un’altra volta impreparato. Se non fosse per la rabbia e il disgusto che ci provoca visto che ci troviamo nel pieno di una pandemia, ci farebbe quasi tenerezza. E con grande affabilità gli consigliamo: fai un favore a te stesso e ai calabresi, dimettiti. Ma questa volta davvero, riserva il poker per le fredde serate invernali al chiuso della tua casetta in lockdown”.
E’ quanto affermano Loredana Castagna , Alberto Tiriolo, Paolo Maria Ferrise, Francesco Saverio Macrina, Consuelida Patitucci, Pietro Romeo, Domenico Lomanni, Pietro Donato Ippolito del Centro Studi Politico-sociali “Don Francesco Caporale” in merito alla sconcertante video-intervista andata in onda ieri sera nel corso della trasmissione “Titolo Quinto”.
“Caro premier Conte, poiché non crediamo che il blocco dei licenziamenti che rientra tra le misure economiche anti crisi varate in queste ore ricomprenda anche i commissari incompetenti, manda a casa Cotticelli e sostituiscilo con un professionista dalle comprovate capacità nella gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia, magari con chi ha già dimostrato nei fatti di saper mettere insieme un ospedale per i malati di covid in una manciata di giorni. Avevamo già suggerito questo nome, e te lo riproponiamo – affermano ancora i componenti del Centro Studi Politico Sociali “Don Francesco Caporale – in Calabria ci può salvare solo Guido Bertolaso. Ma non tra una settimana: subito. Detto questo, caro presidente facente funzione della Regione Calabria, invece di riempie le strutture speciali di nomine clientelari, visto che – ti ricordiamo, il governo regionale è teoricamente in carica solo per ordinaria amministrazione – dato che le priorità in queste ore sono altre, che ne dici di accogliere i suggerimenti che ti abbiamo fatto pervenire a mezzo lettera, proprio ieri? Vale a dire assumere immediatamente personale medico e paramedico a tempo determinato; sollecitare il prefetto a requisire i posti letto disponibili nelle strutture pubbliche e/o private per come consente la legge ai sensi del decreto c.d. “Cura Italia”; e/o attivarsi nella sua qualità per acquisire la disponibilità di cliniche e case di cura private. E già che ci siamo, parlando di azzeramento, e di inadempienze, per non parlare di immobilismo, a casa si può mandare anche il soggetto attuatore per l’emergenza e compagnia bella: non si capisce perché mantenerlo al proprio posto visto che ha chiaramente fallito nella gestione di numeri e strutture che non sono arrivate, contribuendo a creare le condizioni per relegare la Calabria in zona rossa".
"E, comunque, visto che il nostro senso civico di cittadini che hanno a cuore la democrazia e la tutela del diritto alla salute, ce lo suggerisce, come Centro studi politico sociali “Don Caporale” di Catanzaro abbiamo ha dato mandato a un pool di avvocati – composto da Costanza Santimone, Antonio Torchia e Massimo Maruca – di valutare se sussistano le condizioni per intraprendere una azione legale. Oltre a questo – conclude la nota - abbiamo stipulato una convenzione con l’avvocato Paola Bellomo dell’associazione avvocati “Difesa dei consumatori” al fine di coinvolgere nell’iniziativa anche i cittadini calabresi attivi che condividono gli stessi ideali del centro studi. L’associazione avvocati “Difesa dei consumatori” intende attivare una class action contro l’inerzia della Pubblica amministrazione che sta causando la lesione dei diritti dei cittadini per non avere adottato interventi urgenti al fine di evitare questa drammatica situazione di emergenza sanitaria, e ora economica, in cui versa la regione”.
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