Dovremo aspettare altri tre giorni, a partire da domenica, per riaprire le porte dello stadio “Nicola Ceravolo”. Una manciata di ore, ma è un rinvio che ci provoca tanta amarezza. Sarà Catanzaro-Spezia la gara che vedrà mercoledì il ritorno delle Aquile sul loro terreno in un campionato di serie B. Non c’è rabbia, ma solo tanto rammarico perché eravamo riusciti, con uno sforzo senza precedenti, a completare i lavori di riqualificazione dell’impianto e ad ottenere nella giornata di martedì l’ok della Commissione di Vigilanza sui Pubblici Spettacoli e il giudizio positivo del responsabile della Commissione Infrastrutture della Lega B Carlo Longhi. Non è stata un’opera semplice da realizzare: ha comportato un investimento di tre milioni di euro finanziato dalla Regione Calabria e prontamente utilizzato dal Comune di Catanzaro con tre distinte gare di appalto. Gli ostacoli burocratici e tecnici sono stati enormi e chi si intende minimamente di appalti pubblici non può non considerarlo un mezzo miracolo. Abbiamo completato tutto prima di tre mesi dall’inizio del lavori.
La Lega di serie B ha ritenuto, nella sua autonomia, che occorresse aspettare un ulteriore passaggio burocratico successivo alle decisioni prese e comunicate ieri. Questione di ore, non di settimane! Rispettiamo questa decisione, anche se continuiamo a pensare che autorizzare anche la partita di domenica contro la Ternana sarebbe stato un gesto nobile da parte della Lega, un bel messaggio ad un mondo del calcio che ha sempre bisogno di stimoli positivi. Non è stato così e non possiamo che prendere atto con spirito collaborativo e senza polemiche che non servirebbero a nulla.
La festa del ritorno delle Aquile al “Ceravolo” è solo rimandata di tre giorni. Pensiamo di avere consegnato alla Città e alla Società giallorossa un piccolo gioiello, fermi restando i grandi limiti del “Ceravolo”, che ora può vantare un terreno di gioco di ultima generazione che migliora di ora in ora e un sistema di illuminazione perfetto.
Si dice spesso che amore è sofferenza. Ci abbiamo messo tanto amore e tanta passione in questa opera, così come stiamo facendo per tante altre opere che cambieranno il volto della Città. In queste ore c’è sofferenza perché abbiamo sfiorato per poche ore il sogno, che sembrava impossibile qualche mese fa, di fare disputare in casa anche la prima gara. Ma abbiamo la coscienza a posto e non possiamo non ringraziare i meravigliosi operai e tecnici che hanno letteralmente sudato le proverbiali sette camice, sotto un sole rovente, per arrivare al traguardo. E’ la dimostrazione che questa Città riesce sempre a dare il meglio di sé nelle emergenze, ritrovando uno spirito di comunità che sembrava scomparso. Forza Aquile, mercoledì saremo tutti sugli spalti per salutare le vostre imprese in serie B.