di Giovanna Bergantin
Un’Umanità al limite, resiste. Ancora sconvolta per lo shock, condivide un’esperienza collettiva piena di precarietà, insicurezza, dubbi, dolore e tristezza, unita da storie, sguardi e volti segnati dal dolore come scene e sequenze di uno stesso film. Non è ancora abituata all’idea che dopo, lo si voglia o no, niente sarà più come prima. Il virus che ha divorato la quotidianità degli adulti, stravolto quella dei ragazzi, messo in ginocchio le certezze, riempito le nostre case e lasciato le strade e le piazze completamente vuote, cambierà profondamente il nostro domani. L’aurora vincerà la notte e sarà il debutto di un’era nuova, fatta di essenzialità e metamorfosi - difficile da spiegare - di visi senza sorrisi, di incontri senza abbracci e strette di mani, assurdo per noi italiani. E intanto, mentre si prolunga la clausura, non potrà essere in eterno mi dico, l’emergenza impone l’opportunità di riflettere, prender tempo per pensare a soluzioni possibili.
Fortunatamente, però, il mondo dei giovani è già avanti, c’è chi getta il cuore oltre l’ostacolo, chi vede il cielo, più azzurro, oltre la stanza. “Questo periodo lo ricorderò per tutta la vita come pieno di emozioni miste di paura, sconforto e speranza. Per dipingere di positività i miei giorni dò vita alla mia creatività con ricette di cucina italiana. E’ il mio modo per sentirmi vicina alla mia terra e ai miei cari, per dire che sono e sarò sempre fiera di appartenere a questo Paese così chiassoso, vivo, gioioso, pieno di vita. ’Vita’ che ritornerà presto. – racconta la sua esperienza a La Nuova Calabria Gemma Rogato, giovane cosentina che dopo aver conseguito la laurea magistrale a Nantes, splendida città francese alla foce della Loira, sulle rive dell’Oceano Atlantico, qui si è fermata a vivere e lavorare - Adoro la vita, cerco di trasmettere il mio entusiasmo anche quando la tristezza è forte. La Pasqua appena trascorsa è stata vivacizzata dall’arrivo del famoso “pacco da giù” che ha riempito la mia tavola di cibo, regali e soprattutto dell’amore della mia famiglia: una lettera dei miei genitori mi ha trasportato in un passato di ricordi gioiosi. Sono questi i valori importanti che ora ci inondano il cuore di speranza”.
Gemma Rogato ha 25 anni e sapeva già da piccola, dal suo primo libro di poesie a otto anni, di voler girare il mondo. Quello che non sapeva, quando era bambina, è che avrebbe vissuto questa avventura.
Pizza Tricolore e un piatto italiano
Si definisce “una ragazza dall’aria un po’ retrò” e ammette che dopo questa esperienza “ Nulla sarà lo stesso. Come il terremoto di notte fa sobbalzare gli animi dormienti, così sono stata scossa, nel tran-tran delle mie giornate piene di impegni e progetti, da questo evento inaspettato. Soprattutto perché lontana dalla mia famiglia, il mio punto di riferimento in assoluto. A volte ci sentiamo così sicuri e potenti delle nostre vite, artefici del nostro futuro, ma è bastato un virus a scompaginare tutti i nostri piani e farci sentire piccoli e indifesi”, confessa per telefono durante una pausa delle sue attività. E ricorda che la situazione in Francia non è stata parallela a quella italiana. “All’inizio di marzo conducevo ancora la vita di sempre mentre la mia famiglia e i miei amici in Italia cominciavano ad isolarsi in casa. Quando raccontavo ai colleghi francesi della calamità che stava avvenendo in Italia, non mi credevano. La definivano una semplice influenza, convinti che la Francia avrebbe retto il colpo perché ha i migliori specialisti. Invece questa crisi mondiale, ci ha colto tutti impreparati, mettendo in evidenza limiti, debolezze e difficoltà. E così, dal 14 marzo, da quando il presidente Macron ha annunciato la chiusura di molte attività ed esercizi pubblici, anche qui siamo chiusi in casa”. Gemma lavora da qualche anno per la Dyson e dà lezioni di lingua. Presto otterrà anche la cittadinanza francese perché ha scelto di vivere lì, ma da un giorno all’altro molte cose sono cambiate. “Ormai è da un mese che la mia quotidianità e la vita di sempre mi sta sfuggendo di mano. Ma come ogni dramma, c’è sempre un risvolto, una lezione da imparare. Questo tempo che sembra ‘vuoto’ mi consente di riflettere, di fare il punto sulla mia vita e di riappropriarmi delle mie passioni. Passo le mie giornate ascoltando musica che mi mette di buon umore, faccio sport in giardino, ballo in casa con le mie coinquiline per scaricare tensione e stress di questo periodo. Leggo molto per vivere le storie dentro di me come una sorta di catarsi e commuovermi, sognare attraverso le righe”. Una cosa difficile da mandar giù è stata quella di capire che “Questa crisi ha divorato certezze e progetti, ampliando gli interrogativi. Come quando si assiste ad un finale tragico e inaspettato di un film e lo si vuole cambiare. Mi son trovata con i pugni chiusi e lo sguardo rabbioso fisso nel vuoto, pensando che non avrei passato la Pasqua con i miei nella mia città. Tutti i piani cancellati”.
Gemma adesso rassicura la famiglia che contatta tutti i giorni con le videochiamate. Vive lontano, da sola, questa brutta esperienza “ alla fine, anche questa è la mia città e mi sento tranquilla”, assicura. Ma cosa è pronta a fare appena il mondo riaprirà le porte? “Vorrei tanto riabbracciare la mia famiglia, prendere il primo aereo direzione Calabria e restarci per un po’. Ma temo che potrò farlo solo tra qualche mese. Per il momento metto a frutto questo silenzio, questo tempo apparentemente ‘vuoto’ che ci sta insegnando tanto;ci sta trasformando in persone più umane, tutte uguali, senza differenze e ci ha fatto capire quanto siamo realmente capaci di aiutare, sognare e amare. Senza limiti”.
Una poesia di Gemma Rogado
Meraviglia
La Francia è il paese delle meraviglie.
È la “baguette” appena sfornata sotto le ascelle.
È il profumo della “tartiflette” della porta accanto.
È il richiamo del “pain au chocolat” nelle giornate nuvolose.
È lo “chardonnay” che riunisce la famiglia e allieta i pasti.
È l’“apéritif” delle sei con i nuovi vicini di casa.
È la vasta scelta di “fromages” che deliziano il palato.
È il “bonjour” dolce e soave della “boulangerie” affianco.
È il sincero “merci beaucoup et bonne journée” delle commesse.
È la “mode” di tacchi e minigonne.
È “Chanel” et “Dior” che inebriano i bus e i treni.
È la “Cathédrale Notre-Dame” che ha frantumato i cuori dei Francesi
ma rafforzato gli animi.
È il “oui” di un popolo che acconsente
ma che non si arrende.
F come fratellanza
che vedo negli occhi di bimbi sconosciuti
che si tengono per mano.
R come rispetto dei giovani
che ascoltano gli anziani
e danno loro priorità.
A come attesa
di un cambiamento politico
che avverrà.
N come novità
di chi ha voglia di esplorare
e sperare.
C come condivisione
di ideali profondi
e sogni.
I come impegno di chi
nonostante tutto
resta.
A come amore per la cultura
segreto indispensabile
per il successo.
La Francia è per me
il paese delle opportunità,
porto sicuro
in un mare di paure.
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