Il Codacons chiede le dimissioni del presidente degli architetti presente all'inaugurazione della sede della Lega e dei consiglieri comunali indagati a Catanzaro

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Giuliano Renda e Giuseppe Macrì all'inaugurazione della sede della Lega a Catanzaro
  13 dicembre 2019 14:46

Il presidente dell'Ordine degli architetti di Catanzaro ha preso parte all'inaugurazione della sede della Lega? "A casa". E vadano a casa anche tutti i consiglieri comunali indagati nell'ambito dell'inchiesta sulle Commissioni. Non fa sconti il Codacons. E interviene a muso duro con due diversi comunicati che riportiamo qui di seguito.

Dopo la partecipazione del presidente dell’ordine degli Architetti della provincia di Catanzaro all’inaugurazione della sede della Lega, il Codacons si interroga su come sia possibile che non abbia ancora avvertito l’esigenza di dimettersi.

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"È singolare che nella sua posizione, il Dott. Giuseppe Macrì abbia “usato” l’incarico che gli è stato conferito qualche anno addietro, per scopi elettorali e, pertanto, diversi da quelli per i quali è stato eletto. Se non siamo di fronte all’assurdo poco ci manca: è opportuna la presenza di chi rappresenta tutti gli architetti della provincia di Catanzaro ad una manifestazione elettorale? Di certo il presidente può legittimamente “supportare” qualsiasi movimento o partito politico, tuttavia - a meno che la sua partecipazione non sia stata appositamente deliberata - dovrebbe rassegnare le dimissioni e dedicarsi a questa sua nuova passione politica".

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E ancora. "L’aver indossato una casacca non può che gettare una luce ambigua su tutte le prossime iniziative che saranno assunte dall’Ordine, nonchè costituire un vulnus all’imparzialitàdella rappresentanza di tutti gli architetti. Sarebbe doveroso quindi che, per correttezza nei confronti di tutti i suoi colleghi e, ovviamente, degli elettori, che il dott. Macrì chiarisca al più presto la sua posizione".

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Ma il Codacons ne ha per tutti. Così dopo la notizia dell’inchiesta che coinvolge ben 29 consiglieri comunali di Catanzaro, il Codacons ne chiede le immediate dimissioni.
La Procura scopre il “sistema Catanzaro”. È un’indecenza che si faccia finta che nulla sia accaduto. 
La Procura di Catanzaro avrebbe documentato come nelle sale di Palazzo de Nobili sia accaduto di tutto, dalle presenze “fantasma” lautamente remunerate, fino a chi si sarebbe fatto assumere, in maniera fittizia, per fregare alle casse comunali decine e decine di migliaia di euro. 
Si dice che chi ricopra cariche pubbliche debba paragonarsi alla moglie di Cesare. Non solo essere, ma anche apparire al di sopra di ogni sospetto.
Quanto accaduto oggi ha dell’incredibile, anche se - a dire il vero - la notizia circolava nell’aria da un po’ di tempo.
Ci chiediamo - sostiene Francesco Di Lieto del Codacons - ma che credibilità può avere questo consiglio comunale? E questo a prescindere dall’esito delle inchieste.
C’è una responsabilità morale prima di quella giuridica.
Ed oggi abbiamo oltrepassato la soglia del ridicolo se perfino gli esponenti delle Forze dell’Ordine presenti in Consiglio Comunale risultano coinvolti in quello che possiamo definire come il “Sistema Catanzaro”.
Un sistema perverso, attraverso cui i Consiglieri facevano a gara per fregare i Cittadini. Ma mi faccia il piacere – avrebbe detto il grande Totò.
Per liberare Catanzaro l’unica via d’uscita sono le dimissioni in massa di tutti i consiglieri. Ci appelliamo al loro senso di dignità – conclude Di Lieto -affinché vogliano essere ricordati come coloro che hanno posto fine ad una delle pagine più nere della nostra città. 
Forse Catanzaro merita di meglio.

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