Si sta ripetendo per i tamponi quanto già accaduto per le mascherine: si lucra sull’emergenza. Tantissime persone sono, infatti, costrette a rivolgersi a laboratori privati per i tamponi, a causa dei ritardi e dell’inefficienza del servizio pubblico. E sono costrette a pagare cifre che appaiono davvero spropositate. Se poi ci sono “sponsor” istituzionali che, invece di battersi per calmierare i prezzi, supportano i privati… allora abbiamo la misura dell’imbarbarimento del nostro paese.
Lo afferma a gran voce l'avvocato Francesco Di Lieto del Codacons nel denunciare un presunto scandalo scoppiato a San Pietro Apostolo, dove per domattina sembra che siano stati opportunamente convocati, da amministratori locali, alcuni cittadini per sottoporsi a tampone "alla modica cifra di 100 euro cadauno". Da qui la segnalazione già inoltrata dall'associazione dei consumatori al sindaco e ai carabinieri, per chiedere "di bloccare questo “mercato della salute”, perchè in un periodo così difficile, sia sotto l’aspetto sanitario che economico, andrebbero impedite tutte le possibili speculazioni". Per poi puntare il dito anche sulle "responsabilità evidenti di Regione e Asp".
L'avvocato Di Lieto scrive: "E’ inaccettabile l’inefficienza che, purtroppo, contraddistingue la sanità calabrese e che costringe migliaia di persone a rimanere in casa in attesa dell’esito dei test. Ma neppure dinnanzi una tale Caporetto si può accettare che amministratori locali radunino presso la casa comunale i cittadini per “vendere“ tamponi a ben 100 euro.
Il tutto a fronte di un costo che, per i laboratori, non supera i pochi euro. Eppure i test diagnostici ed i tamponi necessari per l’emergenza sanitaria in atto, rientrano nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) di cui all’art. 117, comma 2, lett. m della Costituzione e, pertanto, devono essere tempestivamente garantiti dalla Regione sull’intero territorio. Per questo chiedevamo e chiediamo l’intervento della Guardia di Finanza per bloccare quelle che appaiono delle ignobili speculazioni".
Insomma, una "mazzata tremenda in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo. Un business alimentato dalla preoccupazione della popolazione e dai ritardi del pubblico", aggiunge Di Lieto, in riferiemnto a quanto sta accadendo al Comune di San Pietro Apostolo.
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