Il Codacons diffida Regione e Spirlì: “Provvedimenti che ben poco hanno a che fare con “urgenza” e “indispensabilità”"

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Francesco Di Lieto

“Nella nostra Regione accade proprio questo da cinque mesi"

  05 marzo 2021 11:57

Il Codacons Calabria diffida la Regione in merito alle mancate elezioni del Presidente dopo la scomparsa di Jole Santelli. La diffida indirizzata al Presidente Giunta Regione Calabria, agli Assessori Regionali, ai Consiglieri Regionali, al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza, all’Autorità Nazionale AntiCorruzione e alla Corte dei conti specifica che “il Codacons,  Coordinamento di Associazioni per la Tutela dell’Ambiente e dei Diritti di Utenti e Consumatori, in persona del vicepresidente nazionale Francesco Di Lieto considerato che a seguito dell’improvvisa scomparsa del Presidente della Giunta regionale, Avvocato Jole Santelli, è subentrato nella carica di presidente facente funzioni il vicepresidente in carica, Dottore Nino Spirlì, al fine di gestire l’ordinaria amministrazione e condurre la Regione Calabria verso le nuove elezioni, il Regolamento del Consiglio Regionale Calabrese (art. 60) che prevede, infatti, che  il consiglio convocato entro i dieci giorni dall’acquisizione della notizia e al termine della votazione, ove il Consiglio abbia assunto la deliberazione suddetta, il Presidente avrebbe dovuto definitivamente i Consiglieri, in attesa delle nuove elezioni, che avrebbero dovuto tenersi entro i successivi 60 giorni”.

“In base a questa norma stabilita dalla Carta Costituzionale i calabresi  avrebbero dovuto tornare alle urne per scegliere un Presidente “eletto” con delle ben precise scadenze temporali. Inoltre la legge prevede che il presidente facente funzioni avrebbe dovuto garantire solo lo svolgimento degli atti indispensabili ed urgenti. Ora a distanza di 5 mesi non solo non si è tornati al voto, ma l’organo esecutivo e quello legislativo hanno posto in essere e continuano a farlo, atti che si appalesano del tutto illegittimi e che minano non solio i principi cristallizzati nella nostra Carta Costituzionale ma finiscono per tramutarsi in una “beffa” per i cittadini calabresi capace di arrecare finanche un danno erariale che, di riflesso, si ripercuote sull’intera popolazione”.

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“Com’è noto il divieto di adozione di atti di straordinaria amministrazione durante il regime di prorogatio integra un principio generale e risponde all’esigenza di assicurare una competizione elettorale libera e trasparente, da ogni intervento che possa essere interpretato come una forma di captatio benevolentia e nei confronti degli elettori. La Corte Costituzionale ha affermato, a più riprese, come il regime della prorogatio consenta soltanto l’esercizio di “poteri attenuati”, limitati cioè all’adozione di atti “indifferibili e necessari e che in riferimento ai Consigli regionali, l’istituto della prorogatio possa operare nel senso che gli stessi possano esercitare esclusivamente i poteri necessari per fronteggiare speciali contingenze e, quindi, adottare solamente le determinazioni che siano del tutto urgenti o indispensabili”.

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“Del resto la Corte Costituzionale, con la sentenza nr. 68/2010, ha delineato l’ambito ed i confini dei poteri degli Organi regionali a seguito di eventi, come la morte del Presidente eletto. Proprio per scongiurare un uso “disinvolto” del potere conferito dagli elettori e, oramai, decaduto, la Consulta ha precisato che «nell’immediata vicinanza al momento elettorale, pur restando ancora titolare della rappresentanza del corpo elettorale regionale, il Consiglio regionale non solo deve limitarsi ad assumere determinazioni del tutto urgenti o indispensabili, ma deve comunque astenersi, al fine di assicurare una competizione libera e trasparente, da ogni intervento legislativo che possa essere interpretato come una forma di captatio benevolentia e nei confronti degli elettori»".

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“Nella nostra Regione accade proprio questo da cinque mesi. Una serie di provvedimenti che ben poco hanno a che fare con la “urgenza” e la “indispensabilità” ma, come descrivono tutti gli organi di stampa, finalizzati al triste fenomeno della moltiplicazione delle più disparate nomine, alla crescita esponenziale dei “portaborse” ed un utilizzo che si ritiene contrario al dettato normativo del potere in capo al Consiglio, alla Giunta e finanche al Presidente facente funzioni. Premesso questo il Codacons diffida le autorità in indirizzo ad astenersi dall’adottare ogni “intervento che possa essere interpretato come una forma di captatio benevolentia e nei confronti degli elettori”.

“Al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza della Regione Calabria, all’Autorità Nazionale AntiCorruzione ed alla Corte dei Conti si chiede un immediato intervento teso a garantire, anche in Calabria, il rispetto delle norme cogenti e scongiurare ogni possibile danno erariale. Con l’avvertimento che in mancanza di positivo riscontro, decorsi infruttuosamente quindici giorni dalla data della presente, si dovrà chiedere l’intervento dell’Ufficio di Procura allo scopo di verificare la sussistenza di ipotesi delittuose nei fatti sopra indicati. Si confida di non essere costretti a tanto”.

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