Il Codacons e I Quartieri mettono nel mirino la gestione del pronto soccorso del Pugliese: "Inviare i Nas"

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Un pronto soccorso
  24 novembre 2020 20:34

"Riceviamo segnalazioni, anche da parte di personale sanitario in servizio presso il presidio ospedaliero “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro di una situazione di estremo pericolo in termini di sicurezza sanitaria. Sia per gli stessi operatori che, ovviamente, per l’utenza. Desta particolare preoccupazione l’ingresso del Pronto Soccorso, una sorta di “porta” da cui il virus potrebbe accedere e dilagare nell’intera struttura con scenari apocalittici". E' quanto afferma il Codacons in un esposto, firmato da Alfredo Serrao e Francesco Di Lieto, indirizzato alla Procura della Repubblica di Catanzaro.

"Eppure l’allarme sembra non interessare nessuno. Non interessava al Commissario Dott. Giuseppe Zuccatelli, non interessa alla Direzione Sanitaria, non interessa al Consiglio di Direzione, non interessa al Direttore della SOC di Emergenza-Urgenza e non interessa nemmeno a parte del personale, che opera nel Pronto Soccorso, ovvero le prime vittime potenziali del Covid-19. Ci viene rappresentato che al Pugliese-Ciaccio non esistano percorsi di sicurezza “sporchi” e “puliti” secondo i protocolli Covid, che non esistano ascensori dedicati al Covid-19, tanto che capita di frequente che il personale passi con pazienti No-Covid, dopo che l’impianto ha visto il transito di un paziente Covid, che i pazienti Covid vengano portati per il Pugliese, dall’area Emergenza-Urgenza, alla Radiologia come ai reparti di degenza Covid di nuova istituzione (ex Geriatria) con barelle di biocontenimento di fattura artigianale, non certificate per il contenimento di un virus ad alta carica batterica", scrivono il Codacons e I Quartieri nella nota.

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E ancora si legge: "Che non ci sia la garanzia di custodia sanitaria dei reparti, in particolare non esiste all’interno del Pronto Soccorso, dove tutto il personale sanitario di altri reparti, come Malattie Infettive, violano la custodia e transitano all’interno del Pronto Soccorso, come percorso più veloce per raggiungere la degenza Covid nell’ex Geriatria. Ma anche che gran parte del personale sanitario circoli all’interno dell’ospedale senza l’uso dei dispositivi di protezione (cuffia, mascherina chirurgica+FFp2, camici, calzari, visiera) e di tanto si può averne conferma dalla visione dei filmati delle telecamere del circuito chiuso di vigilanza. Visto che l’epidemia ha comportato provvedimenti restrittivi fin da marzo 2020 ci si chiede perché all’interno del reparto di Pronto Soccorso non esista il concetto di “vigilanza” quale conferma oggettiva dell’uso da parte del personale di tutti i dispositivi DPI, oltre che alla disposizioni di sanificazione da protocollo, sempre verificata, quella che ha garantito nei primi mesi della pandemia, proprio il Pronto Soccorso? Curioso, poi, che alcuni lamentino di non conoscere la stanza di vestizione e svestizione del personale del Pronto Soccorso, (isolata dal reparto) secondo i protocollo di sicurezza previsti dal Covid-19", scrivono ancora.

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"Ci si chiede, quindi, perché la direzione aziendale unitamente alla direzione di reparto del Pronto Soccorso abbia dato disposizioni, pena provvedimenti disciplinari, volti a nascondere alla pubblica opinione i reali dati del contagio, il cui focolaio è identificato nell’area di Emergenza Urgenza. Perché è stato usato il reparto OBI (Osservazione Breve Intensiva) all’interno dell’area del Pronto Soccorso per ricoverare anche temporaneamente pazienti Covid-19? C’è stata una violazione della sicurezza operativa del personale e dei pazienti/utenti che resta in capo al Direttore del reparto? E’ stata garantita la sicurezza dei degenti, del personale in area OBI con l’uso di barelle biocontenitive per i pazienti Covid ricoverati?; Perché non è stato usato come reparto temporaneo di ricovero di pazienti Covid, le stanze previste per l’emergenza da grandi catastrofi, che sono allocate all’interno dell’area di Medicina d’Urgenza, sempre come disponibilità del Pronto Soccorso?; Quale è stata e quale è la responsabilità in termini di garanzia sanitaria del Direttore della SOC di Emergenza-Urgenza di fronte a palesi violazioni del protocollo Covid? Quali provvedimenti lo stesso ha adottato? Quali sono stati gli interventi migliorativi e di controllo oggettivo dei protocolli Covid e dell’uso dei DPI all’interno dell’area di Pronto Soccorso, da parte del responsabile infermieristico, la caposala e quali provvedimenti anche sanzionatori per violazione, la stessa ha adottato? Come ha garantito anch’essa la sicurezza sanitaria del reparto. A riprova di quanto esposto si chiede l’acquisizione di tutti gli atti emessi dal Direttore della SCO di Emergenza-Urgenza e dalla Direzione Sanitaria dopo il 16 novembre 2020, ovvero la data di pubblicazione della nota a firma degli esponenti. Alla luce di quanto sta accadendo riteniamo doveroso informare l’Autorità Giudiziaria e richiedere l’immediato intervento al fine di prendere atto della reale situazione che espone a rischi sia il personale che l’utenza.", continua la caldissima nota.

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"Pertanto si chiede che l’Ufficio di Procura si attivi nell’immediatezza, assumendo ogni e più opportuna iniziativa finalizzata a scongiurare ripercussioni negative per il personale e per i pazienti nonché a verificare il reale rispetto dei protocolli Covid, nel presidio ospedaliero “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Si chiede, altresì, che codesta Autorità, si attivi nell’immediatezza, assumendo ogni e più opportuna iniziativa finalizzata a garantire il rispetto ed il diritto alla salute, verificando la sicurezza dei pazienti e del personale - anche attraverso una auspicata ispezione dei NAS presso il Pronto Soccorso. Nel contempo si chiede, stante l’urgenza di porre rimedio alla situazione sopra descritta, di valutare se procedere a SEQUESTRO dell’area, alla luce del pericolo di danno per la salute pubblica. Si proceda, quindi, nei confronti di tutti i soggetti ritenuti responsabili, per tutti i reati che saranno riscontrati. Si chiede, altresì, di essere avvertiti, ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 405 e 408 cpp, nell’ipotesi in cui venga richiesta la proroga dei termini delle indagini ovvero l’archiviazione", concludono Serrao e Di Lieto. Si attende, alla luce della preoccupante nota, l'attivazione della Procura per gli eventuali accertamenti del caso.

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