Egregio senatore Mangialavori,
La Calabria è chiamata al voto per il rinnovo della Presidenza e del Consiglio regionale il prossimo 26 gennaio. Gli aspiranti consiglieri regionali a sostegno degli aspiranti presidenti sono posizionati sulla linea di partenza per la folle corsa verso la Cittadella regionale e Palazzo Campanella. Per sapere chi taglierà il traguardo dovremo aspettare il 27 gennaio. Ma al momento, nel primo match concluso in queste ore possiamo dire che ci sono già dei vincitori, almeno nello schieramento del centrodestra, e lei, egregio senatore Mangialavori è sicuramente tra i vincitori. Lei è stato il primo ad aver puntato tutto sulla Santelli, e con grande lungimiranza ha già tracciato il percorso del cambiamento.
Speriamo che i candidati alla presidenza della Regione e i candidati al consiglio regionale siano in grado, in questi ultimi giorni di campagna elettorale di concentrarsi sulle questioni chiave del mancato sviluppo della Calabria che continua a pagare gli errori e l’egoismo di una classe politica famelica e priva di spessore etico e morale.
Il nostro auspicio è che il voto dei calabresi sia libero, sebbene siamo consapevoli che – soprattutto a causa delle elevate percentuali di disoccupazione e le criticità economico-sociali che rallentano lo sviluppo – la politica clientelare che sfrutta il bisogno delle persone rappresenta una incrostazione culturale difficile da aggredire.
E speriamo che, qualunque sia la coalizione vincente, sia in grado di costruire un credibile progetto innovativo poggiato sulle gambe di uomini che siano capaci di mettere la Calabria e gli interessi collettivi dei calabresi davanti alle aspettative e alle esigenze dei singoli.
Quello che le chiediamo per continuare assieme in questa linea del rinnovamento è una presa di posizione anche per il giorno dopo la vittoria del centrodestra: basta transfughi, basta politici chiacchierati, basta sindaci, assessori e consiglieri comunali impiegati dalla Regione basta posti nelle strutture speciali barattate per voti come posti di lavoro. Chiudiamole queste strutture speciali, e se così non potrà essere si lasci il posto a giovani e capaci laureati che possibilmente non si siano candidati alle elezioni comunali. Anche questo serve per ‘liberare’ il voto e restituire la speranza in un cambiamento possibile. Gli elettori calabresi sono cittadini e non sudditi, e da persone libere di rivendicare e ottenere i propri diritti che per troppo tempo sono stati spacciati per favori devono essere rispettati. La libertà intesa come indipendenza economica passa dall’impegno nella lotta alla ‘ndrangheta: dobbiamo molto e ringraziamo le forze dell’ordine ed in particolare il Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ma molto dipende da noi, dalla capacità di cogliere l’invito ad occupare gli spazi vuoti liberati dalla legge per costruire la società del cambiamento all’insegna della legalità e della trasparenza. Tra gli strumenti a disposizione per centrare questo obiettivo riteniamo – da sempre – si possa annoverare l’introduzione nel nostro Paese del sistema “cashless”. Un sistema dove non circolano più monete e banconote, che vede peraltro in prima linea Paesi come la Svezia e la Danimarca, non è solo un modo utile per ridurre l’evasione fiscale e quindi l’economia sommersa ma, il tracciare tutti i pagamenti vuol dire prioritariamente contrastare i traffici economici illeciti di tutte le mafie.
L’idea è quella di abbinare alla flat tax l’abolizione del contante. Questo per due ragioni: l’attuazione della flat tax, sic et simpliciter, comporterebbe, in un primo periodo, un minore gettito fiscale ( dai 60 miliardi di euro come paventa il Mef o una cifra che si aggira tra i 12 e i 15 miliardi come sostiene il Governo) e, quindi, una diminuzione di entrate con la conseguente riduzione di alcuni fondamentali capitoli della spesa pubblica (quali sanità, scuole, assistenza sociale, ect). Di contro l’abolizione del contante secondo i calcoli di una ricerca curata da “THE EUROPEAN HOUSE – AMBROSETTI” soltanto in termini di recupero del gettito, grazie al riemersione di un pezzo dell’economia con l’aumento della quota dei pagamenti elettronici a livello della media Ue, i conti pubblici italiani vedrebbero un recupero di entrate pari a 40,8 miliardi di euro l’anno.
Il passaggio al sistema cashless , inoltre, comporterebbe un enorme risparmio in termini di costi per la produzione della carta moneta. Per dare un’idea: il contante costa 133 euro l’anno per abitante, le carte di credito non arrivano a 11 euro. (con un guadagno per le casse dello stato di 4.758.00.000 euro l'anno solo considerando la popolazione in età attiva di 15-64 anni -39 milioni, il 64,3% del totale- secondo i dati Istat)
Il Procuratore Gratteri, nei mesi scorsi, a proposito ha dichiarato: “Fosse per me farei sparire il contante. Più sarà possibile tracciare i soldi e più si eviterà lo sfruttamento del lavoro nero e del riciclaggio. I ministri passano, noi rimaniamo con le nostre idee e i nostri principi”. Egregio senatore Mangialavori, prenda a cuore le nostre sollecitazioni se vuole combattere con concretezza la mafia, la ‘ndrangheta il malaffare diffuso, la corruzione, e aiutarci a tutelare i nostro figli, lasciandoli liberi di lasciare la propria terra secondo una scelta consapevole e non perché costretti, e lasciando loro anche la possibilità di tornare per costruire qui il proprio futuro. Il compito della buona politica è anche questo.
Per il Comitato direttivo CSPS Don Francesco Caporale
Massimo Maruca
Fulvio Scarpino
Paolo Antonino Maria Ferrise
Alberto Tiriolo
Francesco Saverio Macrina
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