Il commento di Vincenzo Speziali su Gianni Letta

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Vincenzo Speziali, Gianni Letta
  28 gennaio 2024 10:42

di VINCENZO SPEZIALI

Inutile ribadirlo, seppur è sempre bene farlo, non certo per piaggeria -il mio carattere si sa: sono fiero, dignitoso e talvolta pure spigoloso, permaloso o altezzoso- ma nei confronti di Gianni Letta, non solo ho affetto, bensì stima.

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Lo conosco, dal finire degli anni '90, allorquando Arnaldo Forlani, colui che mi ha allevato politicamente e umanamente, quasi fossi un figlio e da me ricambiato con affetto, senza mai rinnegarlo, come padre adottivo, ancor prima che unico e solo 'capocorrente', persino oggi che non c'è più (e Dio, assieme ai suo figli, al caro Elio Pasquini, con Lorenzo Cesa, Ettore Prandini, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Rotondi, sanno quanto tutto ciò sia vero!), dicevo, Arnaldo Forlani, mi fece presente che per meglio dialogare con l'ambito di Berlusconi e Forza Italia, lui - e di converso la stessa cosa valeva per me, ovviamente- si rivolgeva sempre a Gianni Letta, il dottor Letta, per la precisione.

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Intendiamoci, Arnaldo conosceva e pure bene, il defunto Cavaliere, ma per sistematicità e financo in virtù dell'affinità di similitudine caratteriale, era a Gianni che chiamava per primo, così come, d'altronde tutti facevano, in special modo, i 'Signori' della Prima Repubblica (sempre benedetta, seppur laicamente parlando, sul soglio di Pietro Pontifice). E già, in fondo è così, lo sanno in molti e il sottoscritto ringrazia Dio pure di ciò, poiché avere un dialogo, un incontro, una continua attenzione nel sottoporre problemi, proposte (e magari soluzioni), in luogo ad un rendez-vous, con 'il mitico dottor Letta', ti fa solo gioire, e arricchisce culturalmente e politicamente chiunque. D'altronde, Gianni è sempre disponibile verso le persone, tutte le persone -e io ne sono testimone, sin da quando ero giovane- anzi, per dirla tutta, il suo modo si essere, ovvero di essere così, è naturale, giammai affettato o di circostanza.

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Ricordo perfettamente episodi, i quali hanno impattato pure nella mia vita politica, incominciando dalla mancata nomina nella Giunta Regionale Calabrese di Chiaravalloti: Arnaldo fece l'impossibile, come al solito suo allorquando si trattava di me, difatti chiamo` personalmente Berlusconi per perorare la mia 'candidatura', ma a rispondere per primo, fu proprio Gianni Letta. In verità -è giusto ricordarlo!- sia Gianni che Berlusconi cercarono di aiutarmi (soprattutto Gianni e ancora oggi gliene sono riconiscente, come gli ho ribadito di recente), ma si trovarono una levata di scudi, da molti degli autoctoni calabri 'paradominus' di Forza Italia: figuratevi se -per dirla alla Beppe Fenoglio- '"gente sfumata, abituata ai titoli di coda", avrebbe mai accettato uno come me, per di più di un altro Partito -sebbene alleato- ma sempre di un altro Partito, con un l'aggravante (che aggravante non è, semmai è un virtuosismo), cioe` quello di essere con coerenza ed orgoglio, persino 'politicus democristianus'.

Andò come ando` e poco me ne frego`, anche per due motivi: 1) in ogni caso ebbi l'onore di costruite un rapporto che ancora oggi perdura con Gianni Letta (difatti al dottore lo incontro e discuto, quando è possibile, sempre in modo piacevole e per me lusinghiero); 2) in un mondo di nani, un gigante -e il sottoscritto è abbastanza longilineo!!!- deve fare attenzione a non 'calpestare' i lillipuziani, se non altro per carità cristiana! Infondo, non sempre 'i paesi bassi' (cioè il personale periferico o 'pseudoleaderistico' centrale, ma non Berlusconi, Dell'Utri o Previti) di questo 'strano Partito', mi hanno visto come fumo negli occhi e lo capisco pure, poiché -avrebbe giustamente e calzantemente ribadito Alberto Sordi (grande Democristiano di 'rito andreottiano'), nella sua magistrale  interpretazione de 'Il Marchese del Grillo'- "Io so io e..." vabbè, in romanesco la chiosa d'uopo sarebbe: se semo capiti? Gianni Letta, invece è un'altra cosa, cioè incarna uno stakanovismo professionale, efficiente e dal volto umano, giammai teso a non valorizzare positivita` meritocratiche, in virtù di stucchevole, effimero e delegittimante settarismo: è la grandezza di un uomo, di uno che rappresenta un dono di Dio allo Stato, parimenti a quanto ebbe a dire, proprio Berlusconi.

D'altronde sia da giornalista e poi da Direttore de Il Tempo, poi da manager aziendale e Vicepresidente Finivenvest, ad in seguito da Sottosegretario alla Presidenza, con funzione di Segretario del Consiglio, assommata a quella di Autorità Delegata per la Sicurezza Nazionale (insomma, i Servizi Segreti, tanto per intenderci e capirci!), ha sempre assolto tutti i suoi incarichi (cosi` come gli altri meno noti, rispetto ai più conosciuti e famosi), con zelo, dedizione, scrupolo, competenza e successo. Soprattutto in materia di gestione 'dell'intelligence', ha fatto ben vedere ad ogni italiano, l'insita, indomita, intima e reale, valorialita` della persona, poiché non è da tutti, coerentemente a quel che facevano ben presente Moro, Cossiga, Taviani, Zamberletti e Mazzola- 'maneggiare positivamente' un siffatto comparto, laddove io stesso ho visto non essere a proprio agio fior di politici, quali lo stesso Giulio Andreotti (che difatti non ne faceva mistero e se teneva bene alla larga), oppure, noti Statisti, persino di altri Paesi.


Per 'il dottore' è diverso e lo ha dimostrato sul campo, durante i vari anni in cui anche in tal guisa si è 'esibito' (suddetta è una delle locuzioni in gergo governativo), proprio durante gli esecutivi di Silvio Berlusconi, ricordando le vicende 'Irakene' del 2004, di Giuliana Sgrena, giornalista de Il Manifesto (purtroppo con annessa la tragica fine dell'ottimo Nicola Calipari), oppure delle due 'Simone' (Parri e Torretta), entrambe cooperanti della ONG 'Un ponte per...'. E tanto per dirla tutta e sino in fondo, è sempre a Gianni che ci si è rivolti per commemorare il Cavaliere, anzi il trentennale della sua 'discesa in campo', con quel discorso in cui traspariva l'emozione autentica e l'affetto immenso per l'amico scomparso e a cui ha 'dedicato' gran parte della propria vita, in maniera leale, oltre che sincera.

La prova? L'ennesima? Nel mentre iniziava il suo intervento, durante l'assise dello scorso venerdi 26 Gennaio, innanzi alla platea di Forza Italia, esordiva, provocando un brivido nel cuore, commisto a struggente nostalgia, con: "È difficile vincere l’emozione dopo aver sentito quella voce, e ci vuole coraggio, forse incoscienza per dire anche solo una parola dopo...". Già, è così, ovvero si ripalesa tutta l'umanità e la delicatezza dei sentimenti di Gianni, pure in un'occasione simile, poiché, fortunatamente è grazie al cielo, lui c'era prima, c'è stato durante, continua ad esserci adesso e sono certo che ci sarà ancora. A proposito e con amicizia: ti voglio bene!

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