di FRANCESCO IULIANO
La storia e la tradizione di Catanzaro rivisitata attraverso i racconti di Salvatore Bullotta e delle storie cantate da Francesca Prestia.
E’ stato questo il filo rosso dell’incontro dal titolo “Catanzaro tra storia e leggenda” allestito nella sala conferenze del Complesso Monumentale del San Giovanni. Un dialogo tra parole, musica e immagini su aspetti ed episodi della storia della città.
Un viaggio iniziato dalla secolare tradizione dell'arte della seta, passando dalla leggenda di Donna Candia e dei turchi, sino alle tensioni per la politica tra ‘700 e ‘800.
Un evento proposto dall’associazione “4culture”, nell'ambito della mostra fotografica personale di Fabio Bix “L’illusione e il tempo” - in corso sino al 12 dicembre prossimo al March – il Museo Archeologico e Numismatico Provinciale di Catanzaro.
“Tra i racconti di Salvatore Bullotta e le mie storie cantate – ha spiegato Francesca Prestia – sarà fondamentale che venga fuori la curiosità che poi, ognuno dei presenti potrà andare ad approfondire successivamente visitando i luoghi e le vie che sono state dedicate ai personaggi raccontati nel nostro viaggio fatto di parole e musica”.
Un tuffo nel passato riscoprendo la storia d’amore tra Saverio e Rachele e l’affascinante periodo del Risorgimento italiano e calabrese. “Catanzaro – ha aggiunto -, oltre ad essere stata la città della seta, è stata anche una città dove la “Carboneria” ha avuto un grande seguito. Un centro importante da dove partivano i volontari garibaldini ed i carbonari che organizzarono i famosi moti”.
Dall’incontro un messaggio: quello di rivalutare la città lasciandosi alle spalle modi di pensare che hanno solo fatto il male del territorio. “Chissà, forse sentendo dire che Catanzaro è stata importante nella storia, ci farà inorgoglire facendoci risvegliare quel senso di appartenenza che qualcuno ha dimenticato. Troppo spesso molti di noi hanno desiderato di andare via, lasciare la città, la Calabria sperando e pensando di trovare altrove nuovi luoghi più vivibili e con maggiori possibilità anche lavorative. Così facendo non abbiamo fatto altro che impoverire il territorio delle grandi intelligenze che avevamo. Adesso dobbiamo recuperare. Solo se si progetta di rimanere e si rimane in tanti, riusciremo a trasmettere ai nostri ragazzi l’amore per questa nostra città”.
Un racconto della storia della città, affidata allo storico Salvatore Bullotta che ha ripercorso tutti i periodi di grandezza vissuti da Catanzaro. “E’ fondamentale – ha spiegato - conoscere, prima ancora, la storia d’Italia e del Mediterraneo perché è da lì che si arriva a comprendere la grandezza di Catanzaro nel campo della seta. Del suo ruolo dal punto di vista politico ed economico produttivo. Un ruolo che oggi viene considerato periferico. Una città che penso soffra di un complesso di inferiorità anche all'interno della Calabria. Catanzaro non è un capoluogo per caso. Ha una centralità che risale nei secoli e che ci deve far capire quali siano state le ragioni della sua grandezza e poi della sua decaduta”.
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