Con sentenza n. 8643 pubblicata il 28/12/2021, Il Consiglio di Stato, III sez., Presidente Franco Frattini, Relatore Giulio Veltri, rigettando l’appello proposto dal Ministero dell’Interno, ha confermato l’annullamento della interdittiva antimafia emessa nei confronti della Cooperazione Sud per l'Europa, rappresentata e difesa dall'Avvocato Giacomo Carbone in appello, e dall’Avv. Mariarosaria Orlando nel precedente grado di giudizio. I giudici dell’Appello hanno confermato quanto rilevato dal Tar in I grado circa la mancanza di “un quadro chiaro, completo e convincente del pericolo di infiltrazione mafiosa”, mancando peraltro rapporti e frequentazioni significative e rilevanti da parte dei componenti della Coop Sud con con imprese e soggetti sospetti.
I giudici di secondo grado hanno poi evidenziato, che l’appellata, difesa dall’Avv. Carbone, aveva fornito idonea documentazione, atta a smentire quanto sostenuto nel provvedimento interdittivo, nonché che avesse provato che alcune frequentazioni erano priva di rilevanza e dettata soltanto da motivi lavorativi non idonei a rivelare una permeabilità mafiosa. I giudici hanno ribadito che “l’instaurazione di rapporti commerciali o associativi tra un’impresa e una società già ritenuta esposta al rischio di influenza criminale giustifica l’adozione di una “informativa a cascata”, tuttavia precisando che perché possa presumersi il “contagio” alla seconda impresa della “mafiosità” della prima “è necessario che la natura, la consistenza e i contenuti delle modalità di collaborazione tra le due imprese siano idonei a rivelare il carattere illecito dei legami stretti tra i due operatori economici; viceversa, ove l’esame dei contatti tra le società riveli il carattere del tutto episodico, inconsistente o remoto delle relazioni d’impresa, deve escludersi l’automatico trasferimento delle controindicazioni antimafia dalla prima alla seconda società”. Ricordiamo che Cooperazione Sud per l’Europa, con sede a Mileto, operava nel campo della formazione professionale, dell’organizzazione di tirocini internazionali, progettazione europea, assistenza domiciliare, e da ultimo dell’assistenza ai migranti. All’atto dell’interdittiva (ottobre 2018) aveva ben 17 anni di attività, 3,6 milioni di fatturato annuo e 25 dipendenti oltre a decine di collaboratori.
La fiducia nella cooperativa è stata distrutta dalle errate conclusioni a cui era addivenuta la interdittiva adottata e dalla rilevanza data alla notizia dalla stampa locale. Parimenti sono venuti cosi a mancare la fiducia degli Istituti di credito, che hanno chiesto la revoca degli affidamenti concessi, e dei fornitori che hanno preteso la variazione dei rapporti fiduciari sino ad allora accordati. A causa di questi fatti la cooperativa ha attraversato una grave crisi finanziaria che l’ha portata attualmente alla liquidazione. In ogni caso viva soddisfazione è stata espressa dall’Avv. Giacomo Carbone per il risultato processuale raggiunto, anche con il merito dell’Avv. Mariarosaria Orlando, che ha restituito dignità e giustizia agli organi della Cooperativa.
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