Il coordinamento delle Camere penali calabresi contro l'associazione dei Magistrati: "Non tollera le critiche"

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Un’aula di Tribunale
  07 aprile 2025 20:58

"Anm assume posizione ruvida a tutela del prestigio asseritamente leso di fronte ad un articolo di stampa
(Valerio Murgano in PQM, numero 62, del 5 aprile scorso) di analisi di un periodo di recentissima storia giudiziaria calabrese che non ci siamo lasciati alle spalle. Anm non tollera che se ne parli come stagione di intollerabili abusi.

Ma se la verità è nascosta, violata, maltrattata, allora bisogna che qualcuno assuma il coraggio di
ristabilirla. Ed è ciò che si è incaricato di fare il numero di PQM, non solo con l’articolo
“incriminato”, ma dedicando l’intero inserto alla esigenza di chiarire, numeri alla mano, che a
dispetto dei monologhi televisivi nei quali si afferma – a torto – che la guerra al male condotta negli
ultimi 8 anni in Calabria non ha prodotto effetti collaterali, in realtà il tasso di vittime innocenti (e di
aziende) sacrificati sull’altare del diritto penale di lotta ha assunto dimensioni da primato, come
attesta il report del 2024 del Ministero della Giustizia.

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Senza verità, non ci può essere giustizia. Ecco perché non è accettabile il tentativo di riscrivere ex post la
storia, di archiviare quella stagione sostenendo – senza contraddittorio e su canali di comunicazione
nazionali – che la chemioterapia giudiziaria, pur aggressiva, ha mantenuto indenni le cellule sane del
tessuto sociale ed economico. Non è così. E lo sappiamo bene, tutti. Numeri alla mano, negli ultimi 8
anni le libertà di molti cittadini innocenti sono state risucchiate nel tritacarne mediatico giudiziario con
effetti devastanti. E se tutto ciò è potuto accadere, è perché a dispetto di una Procura forte, muscolare, è
mancato il contrappeso di un Giudice altrettanto forte nella fase più delicata, quella cautelare, dove si
sono prodotte cicatrici personali, familiari, sociali, politiche ed economiche non più rimarginabili.
Comprendiamo, quindi, le difficoltà di ANM, ma la storia si impone con la sua evidenza, non solo
numerica, e bisogna accettare l’effettiva, seria e stringente critica sul sensibilissimo punto della mancanza
di indipendenza del giudice dal pubblico ministero. Perché non potrà esserci cambio di passo, culturale innanzitutto, se la concezione della giurisdizione che ispira la magistratura associata vede il giudice partecipe, corresponsabile e garante dell’attuazione della pretesa punitiva, più che custode di libertà individuali.
Fa male allora la critica che sfida l’idea paternalistica del ruolo del giudice (quella che ha ucciso nella
culla il processo accusatorio) e che proviene, in questo scorcio della storia contemporanea, dai non
ossequienti avvocati delle Camere Penali (associati per essere liberi e per affrancarsi dalla più gradita al
potente, condizione di avvocato da anticamera saldamente tenuto alla briglia).
Perché non sfugge a nessun osservatore attento dell’assetto interno della magistratura che la stretta
interdipendenza ed intercambiabilità, nella comune appartenenza all'identico apparato, del giudice e
dell’attore pubblico, sia condizione per la conservazione dell’enorme potere accumulato rompendo gli
argini della soggezione alla legge.
Le osservazioni sui numeri impietosi prodotti dalla collateralità culturale e funzionale sono di
dirompente, micidiale efficacia rispetto alla tenuta del discorso pubblico alimentato dalla magistratura
associata nella battaglia politica in corso.
Ed ha ragione a preoccuparsene la Magistratura associata. Perché ANM di Catanzaro, che ritiene di
poter isolare le posizioni critiche come voci stonate, cerca spazio nel dibattito pubblico in una regione
assillata dal crimine ma al tempo stesso mortificata dai rimedi drastici che hanno ulteriormente
indebolito e disgregato il tessuto sociale ed economico.
Perché da queste parti la mancanza di effettiva indipendenza- con coraggiose eccezioni talvolta pagate a
caro prezzo- ha lasciato sul terreno molte vittime in carne e ossa e non è argomento appannaggio di
benpensanti da salotto.

Piuttosto, proprio nel rispetto dell’invocato principio di realtà, a due anni – che sembrano un’era
geologica ad ANM-CZ – dalla promozione del Celebrato, sarebbe auspicabile, un cambio di
marcia, un atteggiamento di maggior rispetto verso i portatori di piaghe purulente che non soffrono di
meno sapendo che son state prodotte con l’intento nobile di cauterizzare il tessuto sociale ammalorato
dal crimine.
Ed anche di maggior rispetto per le istituzioni che dovrebbero contribuire alla qualità del servizio
giustizia.
Se i Consigli Giudiziari si sono trasformati in centri di sottopotere inutili è perché non ha funzionato -
anzi non può funzionare un meccanismo di verifica seria di professionalità - senza una rappresentanza
indipendente dell'avvocatura capace di attivare effettivo e paritario confronto.
Se ANM fosse avvezza al confronto paritario si accorgerebbe che una rappresentanza dell'avvocatura
capace di critica libera sarebbe un valore prezioso all'interno del consiglio giudiziario. Lo diceva bene
qualche anno fa la Presidente pro tempore di Magistratura democratica, Cinzia Barillà, dubitando che
gli avvocati se dotati di maggior peso, saprebbero esercitarlo, attesa certa diffusa subalternità culturale
delle rappresentanze istituzionali dell'avvocatura.
Ora non può pretendersi che non si avverta fastidio di fronte all'avvocato che senza timore
reverenziale, eserciti il diritto di critica. Ma non crediamo convenga ai rappresentanti di potere (ordine?)
dello Stato, pretendere di stabilire la misura giusta e le regole di ingaggio del dibattito pubblico,
nemmeno fossero i magistrati una categoria fragile. Perderebbero ancor più in credibilità,
apparirebbero solo interessati a difendere posizioni di privilegio acquisito esercitando potere terribile
senza adeguati contrappesi".

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Così per la  Camera Penale “E. Donadio” di Castrovillari Il Presidente – Avv. Michele Donadio,  Camera Penale “A. Cantàfora” di Catanzaro Il Presidente – Avv. Francesco Iacopino, Camera Penale di Cosenza “Avvocato Fausto Gullo”, Il Presidente – Avv. Roberto Le Pera Camera Penale “G. Scola” di Crotone
Il Presidente – Avv. Romualdo Truncè Camera Penale “Avv. Felice Manfredi” di Lamezia Terme
Il Presidente -Avv. Renzo Andricciola, Camera Penale “G. Simonetti” di Locri Il Presidente – Avv. Antonio Alvaro, Camera Penale “E. Lo Giudice” di Paola Il Presidente – Avv. Giuseppe Bruno, Camera Penale “G. Sardiello” di Reggio Calabria Il Presidente Avv. Francesco Siclari, Camera Penale di Rossano
Il Presidente – Avv. Giovanni Zagarese, Camera Penale “F. Casuscelli” di Vibo Valentia Il Presidente -Avv. Giuseppe Mario Aloi

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