di ENZO COSENTINO
“Pati”, il cagnolino ucciso barbaramente in Contrada Signorello di Catanzaro. Sarà stato anche un bastardino ma non meritava la fine che, autentici bastardi umanoidi, gli avrebbero fatto fare. Si attendono i risultati autoptici.
L’accaduto ha sollevato una autentica levata di scudi sui social. Un gesto atroce che la comunità di Signorello ha fermamente condannato.
Uno, due, tre, quanti che siano stati i presunti autori, meritano la gogna mediatica. Ed anche il giudizio in una aula di Tribunale. Oltre tutto sono sicuramente dei vigliacchi.
Avranno mai il coraggio di denunciarsi?
Da questo deprecabile episodio, chi di dovere, colga un monito per sensibilizzare, specialmente fra i giovani, al rispetto degli animali. Certamente anche fra questa specie vi sono quelli più fortunati che “adottati” in famiglia vivono in una gabbia dorata. Ma a fronte di essi ve ne sono tanti che vivono, purtroppo, allo sbando, in mezzo alla strada, e sulla strada, sempre per la cattiveria, detto soltanto genericamente, dell’uomo è facile diventare bestie feroci. Da sottolineare in positivo anche un fenomeno crescente riferito, appunto, all’adozione familiare di cani. Un esempio, sicuramente non l’ultimo, della civiltà dei catanzaresi. Di quelli che vivono nel quadrato magico e illuminato delle regole. Del quale sicuramente non facevano parte chi ha ucciso “Pati”.
Chi di dovere non archivi il fascicolo. Scopra gli autori. Commini loro le pene previste. Che saranno comunque meno dure rispetto a quelle cui i bastardi autori hanno sottoposto “Pati” .
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