di ENZO COSENTINO
Applausi silenziosi, ma applausi sono stati quelli dei sostenitori del Catanzaro per il “maestro” Vivarini a conclusione della “prima” sul podio giallorosso, al “Ceravolo”. Stessa orchestra in campo ma la “bacchetta” ha “girato” diversamente dal solito. Vittoria! Ci voleva come il pane per superare la depressione in atto dal digiuno da tre punti. Notazione necessaria ma senza ombre di confronti e giudizi fra il tecnico uscente (Calabro) e il subentrante (Vivarini). Aggressivo, andante moderato quello del nuovo tecnico: Cianci e Vazquez si cercano con maggiore frequenza e precisione.
Il Foggia capisce l’antifona e la “vecchia volpe” del calcio, il boemo Zeman cerca di fermare il duo. Impresa riuscita a metà perché è Vazquez a metter dentro il primo pallone giallorosso quando mancava una manciata di minuti al riposo. Un gol da tango argentino ballato da Cianci e Vazquez. Per i giallorossi è il riposo dei guerrieri e delle intimazioni di Vivarini: voglio subito almeno un altro gol. Parola d’ordine negli spogliatoi: attenzione, nessun calo di tensione, facciamo noi la partita, non facciamo ragionare i satanelli. Secondo tempo da manuale in chiave tecnico-tattica giallorossa. La squadra ha recuperato evidentemente condizione psicologia.
Il Foggia non è più “abbottonato” ma neppure tanto scoperto. L’orchestra giallorossa continua con il suo ritmo improbabile il Foggia non si smarrisce ma tenta di ribaltare il risultato. Il Catanzaro non si compone, Vivarini segue e comanda le varianti. Quando il gol,comunque, è nell’aria si avverte il suo “arrivo”. Poco importa che regalarlo ai giallorossi è un “satanello”. Autogol benedetto. Ovviamente maldetto da mister Zeman. Prima della mezzora della ripresa e il sospiro di sollievo tirato dalla tifoseria di casa si avverte in campo. Il dado è tratto la partita diventa un crescendo per i padroni di casa e del campo. Sugli spalti non si vedono striscioni della “curva”. Tolti. Per un gesto di stile e di signorilità della tifoseria catanzarese nei confronti della tifoseria avversaria. La classe non è…acqua. E le “aquile” tornano a volare!
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